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MotoGP, Campinoti: "Ho scelto Yamaha al Mugello, dopo il sorpasso di Enea su Martin"

ESCLUSIVO "Al box Ducati hanno festeggiato come se Jorge non fosse un loro pilota. Voglio organizzare un test con Iannone. Il contratto con i giapponesi sarà di 7 anni, saremo l'extended factory team Yamaha"

MotoGP: Campinoti:

Non c’è ancora l’ufficialità, ma è fatta: Pramac è un team ufficiale, o meglio: è l’extended factory team Yamaha. A confessarcelo è lo stesso Paolo Campinoti, che ci ‘arpiona’ nella pitlane di Assen, dove urlando fra i rombi dei motori, ci racconta della sua decisione, come è nata e perché ha interrotto il matrimonio con Ducati che durava dal 2005.

“Quello che vorrei chiarire subito è che non è stata una questione di soldi, come mi hai detto subito te.  Anzi, nel breve periodo ci perderò, perché il variabile che ho dagli sponsor non lo prenderò. Perché ovviamente non penso minimamente che potremo avere gli stessi risultati a cui ci eravamo abituati”.

Un matrimonio, quello con la casa di Iwata, che parte con ottime basi.

Il contratto è di sette anni, questi due e cinque con la moto nuova. La Yamaha mi ha convinto con il suo progetto, e poi è una casa gloriosa che ha vinto tantissimo e l’ultimo titolo lo ha conquistato appena tre anni fa con Quartararo. Stanno lavorando moltissimo, anche in Italia, con Marmorini e Max Bartolini. Non sarà immediato, ma torneranno a vincere, perché lo hanno sempre fatto”.

Campinoti non parla più di team satellite.

“Questo concetto non esiste più: guardate KTM. Nel 2025 avranno quattro moto ufficiali, stesso sponsor, stesso colore. Come ha detto Pit Beirer: comanderà il primo in classifica. Pramac sarà dunque un extended factory team, con la stessa identica moto di Quartararo. In questo senso non ho capito Jorge Martin: cosa gli mancava? Ha vinto gare, è in testa al campionato e l’anno scorso lo ha perso all’ultima, a Valencia”.

Paolino parla con l’entusiasmo nella voce che non ascoltavamo da tempo. E’ rapito dalla nuova avventura, perché prima di tutto l’industriale senese è un grande appassionato. Però non può negare che questa avventura non sarebbe iniziata se, al Mugello, Marc Marquez gli avesse detto di sì.

“Si è vero, se Marquez avesse detto sì, lo avrei accolto, anche con entusiasmo. Come sarebbe potuto essere altrimenti? Però la scelta che ha fatto Ducati, ora, è quella di prendere Cristiano Ronaldo. La Pramac invece, è nata per supportare la crescita dei giovani: lo abbiamo fatto con Iannone, Miller, Petrucci, Bagnaia, Martin. Non siamo nati per vincere il titolo mondiale, anche se ci siamo andati vicinissimi e ci riproveremo quest’anno. Proseguiremo nella nostra missione di far crescere i giovani in Yamaha”.

Ma quali? Ormai I top gun sono tutti impegnati con le case ufficiali. Circolano nomi: fra i quali, oltre a Di Giannantonio, è spuntato anche quello di Andrea Iannone.

“Chi prenderemo? Se mi parli di Iannone mi colpisci al cuore. Con Andrea ho parlato e conto di organizzare un test con lui con la Yamaha. Poi si vedrà. Non sarà facile perché ora la piscina della MotoGP è piena di squaletti, non sono più i suoi tempi. I giovani ora vanno fortissimo. Però, vedremo. Intanto stiamo trattando, e siamo vicini a Di Giannantonio”.

Un attimo di pausa. La sessione del mattino sta finendo e Paolino Campinoti torna all’origine della sua decisione di lasciare la Ducati.

Mi sono trattenuto a lungo per l’amicizia personale, profonda, con Gigi Dall’Igna. Ci ho messo tempo per metabolizzare. Ma ho deciso quando ho visto che il sorpasso di Bastianini su Martin, al Mugello, ha suscitato un’entusiasmo incredibile nel box Ducati. Capisco Tardozzi, ma c’erano anche Claudio Domenicali, Milicia, tutti insomma…ma perché, Martin non è un loro pilota?”

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