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MotoGP, Marquez: "Un onore che Ducati mi tenga tanto in considerazione dopo solo 6 gare"

Marc dice di sentirsi già "parte del marchio" e la prospettiva di finire in Pramac non gli piace troppo. Martin fa valere i suoi risultati, ma si sta scontrando con un peso massimo

MotoGP: Marquez:

A Barcellona c’erano tutti i vertici di Borgo Panigale per festeggiare domenica il podio tutto Ducati (il terzo consecutivo). Compreso Claudio Domenicali, l’ad della Rossa, che ha potuto godersi il momento. Fin dal parco chiuso, dove è andato a salutare i suoi ‘gioielli’ e a nessuno è sfuggito l’abbraccio con Marquez. Gesto su cui si è ricamato fin troppo, perché il gran capo ha riservato lo stesso trattamento anche a Bagnaia e Martin, ma è normale che quando c’è di mezzo Marc le speculazioni abbondano.

Soprattutto in questo momento in cui Ducati deve decidere chi sarà il compagno di squadra di Bagnaia per i prossimi due anni. Emilio Pérez de Rozas, giornalista di El Periodico, ha chiesto a Marquez di quell’abbraccio.  “Sono un pilota Ducati - ha risposto con un sorriso - Mi sento molto considerato all'interno dell’azienda, all'interno del marchio, il che è molto importante e per me è un onore che, dopo solo sei gare, io sia tenuto in così grande considerazione. Mi sento già parte del marchio. Stiamo lavorando insieme, mi stanno conoscendo da vicino e sanno già come lavoro”.

La scelta per il secondo pilota del team ufficiale (che non arriverà durante il GP del Mugello, come ha dichiarato il ds della Rossa Mauro Grassilli) sembra ormai ristretta ai due spagnoli. Bastianini era nella rosa, ma i suoi risultati non lo stanno aiutando e a Barcellona ha perso lucidità in gara quando non ha accettato la penalità (per quanto assurda) inflittagli dagli Steward.

Martin ha molte frecce al suo arco, perché è in testa alla classifica mondiale e anche perché è un ‘prodotto’ di Ducati, che lo ha portato in MotoGP e lo ha fatto crescere in Pramac. Senza contare che lui e Pecco si conoscono dalla Moto3 (ai tempi del team Aspar dividevano il motorhome) e la convivenza sarebbe senza dubbio meno difficile. 

Dall’altra parte Marquez è… Marquez. Un 8 volte campione del mondo, che l’anno scorso ha rinunciato a tanti soldi per rilanciare la sua carriera scegliendo la Rossa, anche se non ufficiale. Ci è già riuscito e al netto di una moto non aggiornata sta comunque collezionando un podio dietro l’altro.

Logicamente, per Borgo Panigale la scelta ideale sarebbe affidare Marc al team Pramac (che in questo modo chiuderebbe definitivamente la porta a Yamaha) e vestire di rosso Jorge. Se però solo qualche settimana fa Marquez aveva dichiarato che a interessargli per il futuro era “una moto ufficiale, non importa il colore”, ora la sua visione sembra cambiata. In altre parole, la prospettiva di andare in un team satellite - per quanto ‘Factory Supported’ - non gli piace molto. Non bisogna dimenticare che già lo scorso anno aveva parlato con Campinoti, ma la trattativa si era arenata sulla durata del contratto. Marc non voleva un biennale e il motivo era chiaro: il 2024 serviva per fare capire a tutti che il tempo e gli infortuni non avevano intaccato il suo talento, in modo da avere una squadra ufficiale nel 2025. Il ragionamento fila, soprattutto quando si parla di un campione del suo livello, che non può accettare di rimanere in una seconda squadra troppo a lungo.

Così i mal di testa a Borgo Panigale aumentano, perché promuovere Marquez vorrebbe dire perdere Martin e quindi fare un bel regalo ai rivali (siano quelli di Aprilia o KTM). Ma vale anche il contrario, se Marc non ottenesse quello che vuole, allora potrebbe decidere di cambiare aria.

C’è ancora qualche giorno per pensarci, forse la quadratura del cerchio è ancora possibile, o forse non rimarrà che scegliere il male minore.

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