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SBK, Rinaldi: “Ho gestito i due pugni in faccia di Gara 1 e Superpole race”

“Non ho potuto nulla contro Toprak, ci è mancata l’esperienza di Gara 1. Sono abbastanza felice, ma la caduta di ieri ci ha tolto la possibilità di verificare il degrado degli pneumatici. Io e Axel non ci siamo parlati e ho molto dolore alla mano, dovrò fare una risonanza”

SBK: Rinaldi: “Ho gestito i due pugni in faccia di Gara 1 e Superpole race”

La Ducati si è dimostrata imbattibile a Barcellona con Alvaro Bautista, ma pur non avendo risentito più di tanto del taglio di giri motore alla Panigale V4R, quello in Catalunya non è stato un fine settimana semplice per Michael Ruben Rinaldi. Dopo una Superpole Race in cui ha perso posizioni all’arrivo della pioggia, il 27enne ha visto sfumare la piazza d’onore a un soffio dalla bandiera scacchi di Gara 2, superato da Toprak Razgatlioglu in uscita adll'ultima curva.

“Accetto il fatto di aver perso la posizione su Toprak, perché non avevo carte da giocarmi contro di lui. Il fatto che abbia recuperato 3” in due giri significa che non potevo dare di più - ha sottolineato il riminese - Si è meritato questo podio, perché ha gestito gli pneumatici meglio di me. Se ci fosse stato un giro in più, forse avrei chiuso in fondo. Sono più felice di aver finito con un acuto dopo un weekend difficile”.

Rinaldi è poi entrato nel merito del calo nel finale che lo ha condannato alla terza posizione: “La mano è stata parte del problema, ma principalmente lo è stata la gomma posteriore. Avevo fatto un long run in FP3 e il consumo delle gomme era ok, ma era di soli 16 giri. Con quello che è successo ieri, ho perso l’opportunità di verificare il degrado degli pneumatici con queste temperature e questo si è ripercosso sugli ultimi giri di gara, in cui non avevo più gomma perché non l’abbiamo gestita nel modo giusto, non avendo maturato esperienza in Gara 1. In più, non potevo forzare con l’anteriore negli ultimi giri, perché avevo dolore alla mano. Non avevo armi con cui difendermi in frenata, per via delle gomme, e in accelerazione per via della mano”.

Una gara complicata per Michael, condizionato dalla forte contusione alla mano destra riportata nella caduta di Gara 1.

“La Clinica Mobile e il Centro Medico hanno fatto un gran lavoro con me, perché non sarei riuscito a correre oggi, se non fosse stato per loro. Ho molto dolore e adesso dovrò sottopormi a una risonanza magnetica in Italia, per vedere come va la situazione. Spero di essere più in forma per i test di quanto non lo fossi oggi - ha chiosato - Sicuramente questa è stata la gara più difficile. Quando ti aspetti determinati risultati dopo le prove, poi cadi dopo due giri in Gara 1 e arriva la pioggia in Superpole Race, ti chiedi: ‘perché capita sempre a me?’, ma devi gestire la cosa in maniera professionale, anche se non è semplice. Questo pomeriggio, ho provato tante emozioni quando sono montato in sella e mi è mancata l’esperienza di Gara 1 per poter arrivare 2°. Alvaro è il riferimento ed è in una forma fantastica in questo momento, quindi posso essere abbastanza felice per come abbiamo gestito i due pugni in faccia di Gara 1 e della Superpole Race”. 

Sempre l’infortunio alla mano è stato la ragione per cui il portacolori del team Aruba.it Racing Ducati non è riuscito a lottare per il podio in Superpole Race.

“Quando i medici mi hanno dichiarato fit mi hanno detto che sarebbe stato un problema per me se fossi caduto ancora su questa mano, quindi sono andato in protezione quando ho visto la pioggia, dato che era la Superpole Race e non c’erano molti punti in palio. Avevo più da perdere che da guadagnare - ha spiegato - I piloti alle mie spalle si sono presi molti rischi quando ha iniziato a piovere, perché non avevano chance di salire sul podio con l’asciutto, ma in condizioni miste puoi arrivarci. Purtroppo Rea è scivolato, ma Locatelli che si è meritato il podio, sull’asciutto non aveva possibilità. In quel momento ho dovuto decidere cosa fare e con la mano infortunata e la caduta di ieri, non volevo compromettere anche la gara di questo pomeriggio. Ho comunque cercato di spingere ma al 95%, anziché al 110%”.

Pur non essendo al top della forma, Rinaldi è stato l’unico dei piloti Ducati, insieme a Bautista, ha chiudere il weekend tra i primi dieci: “Vi svelo un segreto: Petrucci e Bassani hanno la mia stessa moto. Non cambia una vite, soltanto il colore. Solo Oettl ha la moto vecchia e meno potente, perché è meno costosa” ha concluso Michael, che non ha avuto alcun incontro chiarificatore con Axel e Zambenedetti, dopo il contatto fratricida di ieri.

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