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SBK, Alvaro Bautista e lo spauracchio del ritiro dopo Misano

Al di là del risultato, la priorità di Alvaro è sempre stata una: divertirsi in sella alla moto. A Misano lo spagnolo è apparso spento, demotivato, senza armi, accompagnato dalla consapevolezza che il prossimo anno la Ducati sarà la stessa di questa stagione. E allora perché e come restare?

SBK: Alvaro Bautista e lo spauracchio del ritiro dopo Misano

Per quanto abbiamo conosciuto Alvaro Bautista in questi anni di Superbike, possiamo dire che la sua più grande dote, oltre al talento in pista, è il suo essere solare, ovvero una persona sorridente sempre propositiva. Bautista infatti è così: uno di quei piloti che non perde mai il sorriso e non rinuncia a scherzare con la gente attorno a lui, anche quando esce sconfitto da una gara.

Giusto per fare un esempio, quando Rea lo buttò a terra in Gara 2 a Magny-Cours nel 2022, Alvaro salì in sala stampa a parlare coi media, attaccando con rabbia il Cannibale per la sua manovra che lo mise al tappeto. Dopo pochi minuti però, la sua incazzatura era praticamente svanita nel nulla a tal punto da mettere sul ridere l’episodio.

A nostro avviso è forse questo uno degli aspetti che tutto il paddock ammira del campione del mondo, a tal punto che sembra praticamente impossibile litigare e discutere con uno come lui.

Lo scorso weekend, a Misano, Alvaro Bautista è uscito sconfitto per tre volte di fila dal confronto con Toprak, lasciando al turco la vetta del Mondiale. L’amarezza da parte sua per il ko era grande, ma quello che più ha colpito è stato il suo atteggiamento dopo la gara, una volta arrivato in sala stampa.

Il volto di Bautista appariva infatti spento, demotivato: quella luce che ha sempre brillato nei suoi occhi, anche dopo una sconfitta in pista, questa volta era assente, non percepita. Ovviamente Alvaro non si è sottratto alle domande dei media presenti, ma da parte sua mancava quel piglio che lo ha sempre contraddistinto.

A differenza di tanti altri duelli persi contro Toprak, il messaggio che trapelava da parte dello spagnolo era uno a nostro avviso: “questa volta non mi sono divertito”. Già, la parola divertimento, quella che lui ha sempre messo al primo posto, addirittura davanti a numeri e cifre che indicassero la sua posizione in Campionato.

Il mancato divertimento da parte dello spagnolo è ben comprensibile, perché per tutto il weekend si è ritrovato a lottare più che con Toprak con la sua stessa moto. Quella Panigale che negli ultimi due anni e mezzo si è rivelata una sorta di Purosangue, a Misano è sembrata un cavallo imbizzarrito tanto che il portacolori Aruba ha sofferto nel controllarla finendo tra l’altro a terra.

A tal proposito Bautista non ha utilizzato troppi giri di parole, puntando il dito sul modello di serie e sulla necessità di intervenire. Un messaggio chiaro e preciso verso gli ingegneri di Borgo Panigale a conferma dei limiti con i quali si sta scontrando ora.

Peccato che questa è la Superbike e non la MotoGP, dove il campo d’azione è ben diverso. Bautista lo sa bene: nel 2025 la Panigale V4 rimarrà la stessa di questa stagione e la coperta rischia di essere sempre più corta a meno che qualcuno non decida di intervenire per togliergli questa zavorra di cui tanto si parla e che lui poco digerisce.

Come detto prima, la sua priorità resta una: tornare a divertirsi con la sua moto ancora prima del risultato! Proprio per questo ci auspichiamo che tra Donington e Most lo spagnolo ci faccia rivedere il suo sorriso e quella luce che ha sempre brillato negli occhi. Perché se così non fosse, il suo destino rischia già di essere scritto e non ci sarebbe nemmeno da sorprendersi.  

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