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SBK, Michele Pirro: “Dopo la wild card a Misano avevo gli incubi”

“Sono contento di aver ritrovato buone sensazioni al Mugello, perché pensavo di essere rincoglionito. Non posso dire che le cadute siano legate al fatto che ho saputo sarei diventato ancora papà, anche se quella di sabato mattina...”

SBK: Michele Pirro: “Dopo la wild card a Misano avevo gli incubi”

Si può dire che questo Round al Mugello del CIV Superbike sia stato più che provvidenziale per Michele Pirro dopo le difficoltà incontrate lo scorso fine settimana a Misano, dove il 38enne pugliese è sceso in pista per sostenere una wild card, la prima in cinque anni, nel Mondiale Superbike. Un appuntamento che non è andato secondo i piani del pilota pugliese, incappato in ben quattro cadute nell’arco del weekend della Riviera Romagnola. Un vero e proprio incubo da cui Pirro è riuscito a risvegliarsi già nella prima giornata d’azione tra le colline fiorentine, dove è tornato a fare una delle cose che gli riescono meglio: mettere davanti a tutti la Ducati del team Barni Spark Racing.

“Era dalla fine di agosto 2023 che non giravo al Mugello, visto che quest’anno non è stata la nostra pista per i test MotoGP, ed è stato bello tornare e ritrovare un po’ delle sensazioni che mi sono mancate a Misano nel weekend SBK - ci ha raccontato Michele - Pensavo di essere veramente rincoglionito, perché sono caduto tre volte durante le prove, senza mai trovare la quadra, ed ero un po’ dispiaciuto. Anche perché non me l’aspettavo, non stavo cercando il limite, però non conoscendo bene le gomme, gli automatismi e tutto quanto, in una gara unica ci può anche stare”.  

Quali sono state le difficoltà più grandi che hai incontrato?
“Mi ha un po’ destabilizzato il fatto che, avendo girato la settimana prima con la MotoGP, il grip che ho trovato quando sono entrato con la SBK era completamente differente e la moto si comportava in maniera totalmente diversa. Non ho avuto il tempo di adattarmi e non riuscivo a fare le manovre a cui sono abituato. Poi, cadendo in tutti e tre i turni di prove, perdi fiducia e fai fatica a riadattarti in così poco tempo. Ho affrontato la qualifica al rallentatore e tutte le gare cercando di non prendermi rischi. L’unico che mi sono preso dopo le FP3 è stato in Gara 2 per attaccare Lowes e sono caduto per la quarta volta. È un peccato, che non sia riuscito a sfruttare il mio potenziale e quello della moto, ma con poco tempo a disposizione, e tre cadute in prova, il weekend è andato. Venerdì ho anche ricevuto la notizia che ho un’altra figlia in arrivo e non posso dire di essere caduto per questo, visto che era già successo due volte, anche se quella di sabato mattina... (ride ndr.)”. 

Anche Bautista ha fatto fatica a Misano e ha detto che secondo lui la Panigale ormai è arrivata al limite dello sviluppo. Tu sei d’accordo?
“Mah, diciamo che lui ha riscontrato un po’ i miei stessi problemi. Noi veniamo dalla stessa era, siamo coetanei, e abbiamo un po’ le stesse sensazioni. È chiaro che lui conosce meglio la moto, ma le sensazioni e i limiti sono quelli che ha evidenziato. Abbiamo comunque il vantaggio che Bulega riesce a sopperire a questi limiti con il suo stile di guida scorrevole ed è riuscito a essere protagonista nelle ultime gare. Questo però non basta in questo momento, perché con Toprak che è un fenomeno, e BMW che spinge perché è il suo unico campionato, è ovvio ed evidente che dobbiamo cercare di trovare delle soluzioni per permettere ad Alvaro di essere meno al limite. Comunque anche questo fa parte dello sport: negli ultimi anni abbiamo dominato, quindi ci può stare che in questo momento ci troviamo a rincorrere, ma siamo attrezzati per farlo”.

Pensi che il fatto di non riuscire a battagliare ad armi pari con Toprak possa spingere Alvaro a ritirarsi a fine stagione?
“Credo che lui sia sereno, con la consapevolezza che bisogna trovare una soluzione per permettergli di guidare la moto, anche perché il livello si è alzato e sono stati fatti dei tempi incredibili. Stiamo lavorando e la nostra moto è migliorata, ma è chiaro che BMW ha concentrato tutte le sue forze su questo progetto e Toprak è un fenomeno, ha tutto sotto controllo, riesce a guidare forte e fa la differenza. Nel motosport il connubio pilota-moto ha sempre fatto la differenza, ma anche quello Bautista-Ducati SBK è stato a lungo vincente e siamo solo a metà stagione, ogni pista a sé, quindi tutto può ancora succedere. Credo che il Mondiale se lo giocheranno in tre. La superiorità di Toprak al momento è importante, ma non abbiamo motivo per arrenderci”.

Parlando di titoli, ci pensi al fatto che qui puoi mettere l’ipoteca sul decimo?
“No. L’unica cosa positiva di questo weekend è che sono tornato in moto a quattro giorni da Misano, perché avevo gli incubi: avevo la sensazione che mi si chiudesse lo sterzo a 60 km/h anche quando andavo a dormire (ride ndr.). Indipendentemente dal fatto che qui vado forte, si tratta proprio di una questione di sensazioni, perché dopo tanti anni hai degli automatismi che fatichi a snaturare in due giorni. Ne parlavo anche con Barnabò ed è un po’ la stessa cosa che è successa a Petrucci, che nei primi 5 o 6 mesi faceva una fatica bestiale. Io non avevo a disposizione lo stesso tempo per abituarmi alla moto, però è stato bello. Giocavo in casa ed è stato comunque divertente perché c’era tanta gente e ho anche visto il livello delle altre moto, imparando cose che serviranno sia a me che a Ducati per farci trovare pronti per il futuro. Bisogna vedere il lato positivo ed è che possiamo migliorare”.

Pensi di continuare anche se dovessi centrare la decima corona?
“Fin quando mi diverto e ho le sensazioni che ho qui al Mugello, perché dovrei smettere? È anche uno stimolo per restare allenato e fare i test ad alto livello, che è un aspetto importante nel mio ruolo, perché non metti a posto la moto se vai piano”.

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