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MotoGP, Suppo: "In Honda sognavamo un dream team Stoner-Marquez"

"Diversi per carattere, ma stessa voglia di dare il 100%. Pedrosa? Grande talento, è solo mancata l'opportunità. Il pilota del mio cuore? Hayden è stato un vero amico. Il dolore più forte l'ho provato per Simoncelli"

MotoGP: Suppo:

Oggi svolge il ruolo di consulente per la Italtrans, squadra impegnata in Moto 2, ma alle spalle Livio Suppo ha una carriera di prim'ordine al comando di scuderie di MotoGP come Ducati, Honda e Suzuki. Nella mente di molti la sua figura è strettamente legata a quella dell'HRC, in un periodo in cui l'Ala Dorata vinceva e sapeva fare la differenza, diversamente da quanto accade oggi.

Riavvolgendo il nastro a quegli anni, l'italiano ha ricordato come il primo compito che gli venne affidato da Shuhei Nakamoto fu quello di ingaggiare un pilota.  "Quando approdai nel box nipponico mi venne chiesto di portare Stoner. Allora il marchio non era messo male, ma aveva vinto solamente un titolo con Nicky Hayden. La volontà era quella di tornare al successo e così accadde con Casey e in seguito, più volte, con Marquez", ha svelato in esclusiva a Revelo.

A a proposito dei due campioni, avendo lavorato con entrambi, sebbene in momenti differenti, il 60enne ha avuto modo di conoscerli ed apprezzarli da vicino: "Avevano due caratteri diversi, ma disponevano di grande talento e un desiderio costante di dare il massimo. Quando ci si trova davanti a piloti del genere, se si è appassionati di moto, è un piacere".

E qui che arriva la confessione che non ci si aspetta. "Il nostro obiettivo era averli entrambi per dare vita ad un dream team - le parole che fanno intendere come il team fosse pronto a rinunciare ai servigi di Pedrosa - Dani però aveva tante doti e una sensibilità speciale. Se si pensa al suo fisico e a quanto pesano queste moto, si comprende quanto fosse difficile quello che riusciva a fare. Se non è riuscito a conquistare un Mondiale è solo una questione di opportunità mancate, per il resto ha avuto un percorso sportivo meraviglioso ed è stato in grado di crearsi un seguito ampissimo proprio perché la gente ha capito quanto fosse complicato per lui. Credo debba essere orgoglioso di sé stesso e di quanto ottenuto".

Guardando sempre al passato il piemontese ha rivelato qualcosa di più sul suo modo di approcciarsi alla professione di boss: "Ho cercato di separare la professione dai rapporti personali. Oggi sono amico di Capirossi e parlo spesso con Daniel, ma il corridore a cui sono stato più vicino è stato Hayden".

In ultimo una battuta secca sul momento migliore e peggiore vissuto nella top class: "Il campionato vinto con Ducati dopo cinque stagioni e la morte di Simoncelli a Sepang 2011".

 

 

  

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