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MotoGP, Miller: "Sorpreso da KTM. Mi dicevano che ero parte della famiglia"

"Sono stato avvisato del mancato rinnovo solamente a tre ore dalla conferenza stampa. Cosa farò nel 2025? Non so, ho diverse opzioni, ma di sicuro non mi vedrete fare il collaudatore. Io sono nato per gareggiare. Ducati? Forse"

MotoGP: Miller:

Decisamente con il morale basso per il benservito ricevuto a favore del giovane talento della scuderia GasGas Tech 3 Pedro Acosta, Jack Miller ha affrontato il primo confronto con i media del weekend di Assen, con tutta l’onestà del caso, non nascondendo il proprio disappunto per essere stato messo da parte , a suo dire, un po’ a tradimento dal produttore austriaco.

Cosa ho fatto in questi giorni di pausa? La scorsa settimana ho partecipato ad un evento al Salzburgring , poi sono venuto in Olanda per fare un po’ di motocross. Alla fine  mi sono riposato solo mercoledì e adesso mi sento ricaricato per affrontare il weekend”,  ha cominciato prima di parlare della notizia riguardante il 2025.

Sono il primo ad essere deluso, ma abbiamo ancora quattordici gare davanti e dovrò cercare di affrontarle al meglio – le sue parole - L’aspetto positivo è che ho delle opzioni. Personalmente ritengo di avere ancora qualcosa da dare e vorrei davvero rimanere in MotoGP ancora per un po’. Adesso dovrò solo cercare di capire cosa voglio fare e dove desidero andare. La mia fortuna è che non ho bruciato alcun ponte, per cui ho diverse possibilità davanti a me. Sono costantemente tra i primi dieci e dunque sceglierò il progetto migliore. D’altronde la classe regina resta ancora il mio sogno e adesso chiaramente sono deluso di non essere riuscito a portare a termine quello che mi ero prefisso ad inizio stagione”.

La frustrazione per essere stato tagliato fuori dal team è ovviamente tanta. “Mi dicevano che facevo parte della famiglia e poi giusto tre ore prima della conferenza stampa ufficiale mi hanno avvisato che non avevo più un contratto. Di certo non immaginavo di essere escluso già dopo due campionati. Per venire qui ho lasciato quella che probabilmente era la moto più competitiva in griglia e già l’anno scorso credo di aver dato un contributo importante per migliorare la RC16 portando informazioni di un altro costruttore. Questo esito non era quello che mi attendevo, ma come si dice quando si chiude una porta si apre un portone e la mia volontà resta quella di portare a casa almeno una vittoria, così da avercela fatta con tutte le Case per cui ho corso”, ha confidato.

A dispetto degli accadimenti, da qui al termine dell’annata non cambierà nulla. “Il mio atteggiamento sarà da professionista fino a Valencia – ha affermato l’australiano, comunque incredulo e amareggiato -  Roma non è stata costruita in un giorno e per diventare forti ci vuole tempo, ma evidentemente la dirigenza aveva altri piani e devo accettarlo.  Per quanto mi riguarda anche con una motocicletta non al massimo sto continuando a dare il 100%”.

L’avvenire resta, almeno per adesso, un punto interrogativo.  “Per il mio futuro non voglio fare affidamento sul mio carattere o la mia popolarità come persona, ma sul talento di cui dispongo come motociclista.  Dove andrò? Ci sono solamente chiacchiere, certo sarebbe bello tornare a Borgo Panigale, una struttura che conosco molto bene, ma nella massima serie cambia tutto molto velocemente. Fortunatamente non è una questione economica,  ma di ciò che desidero per la mia carriera. La conversione in collaudatore? La escludo, perché non mi piace. Amo quel tipo di lavoro, ma soltanto per perseguire uno scopo. Girare in un circuito non mi interessa, io voglio gareggiare”, ha chiosato determinato.

 

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