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Dall’Igna: “le nuove regole per il 2027? Mi aspettavo una MotoGP ibrida”

“La MotoGP deve essere bella anche dal punto di vista tecnologico e orientata alla ricerca dell’efficienza. Manca l'innovazione. Se il regolamento fosse rimasto stabile avremmo raggiunto velocità troppo elevate per la sicurezza, ma avrei voluto una parte di ibridizzazione"

Dall’Igna: “le nuove regole per il 2027? Mi aspettavo una MotoGP ibrida”

Alla vigilia del fine settimana del GP di Francia, il Direttore Generale di Ducati Corse, Gigi Dall’Igna, è stato ospite del nostro Bar Sport per parlare del nuovo regolamento tecnico della MotoGP, che entrerà in vigore nel 2027. Una rivoluzione che vedrà tra le principali novità la diminuzione della cilindrata da 1000 a 850 cc, l’abolizione degli abbassatori e la riduzione dell’aerodinamica. 

È un compromesso che secondo me ha qualcosa di buono al suo interno, perché credo che cercare di limitare la velocità massima della moto sia sicuramente una cosa positiva dal punto di vista della sicurezza. Considerando che facciamo sempre dei passi avanti in termini di prestazioni del motore e velocità della moto, e abbiamo ancora quasi dieci anni davanti a noi, credo che se il regolamento fosse rimasto stabile saremmo arrivati a dei valori di velocità troppo elevati per le piste e per la sicurezza in generale” ha osservato l’ingegnere veneto. “Reputo molto positiva la riduzione di cilindrata, ma ci sono altri aspetti secondo me non lo sono molto, nel senso che questo regolamento arriverà fino al 2032, quindi mi aspettavo che avremmo potuto inserire qualche elemento più innovativo sotto al profilo della moto e del recupero dell’energia”.

Ti sarebbe piaciuta una motorizzazione ibrida?
“Una piccola parte di ibridizzazione secondo me sarebbe stata un segnale positivo. È chiaro che sarebbe stato importante trovare un modo per contenere i costi, perché queste tecnologie hanno dei costi importanti. Probabilmente è stato questo è stato il freno che ha impedito l’utilizzo di queste tecnologie, ma per me, cercando di limitare complessivamente il costo di questi componenti, trovando magari un fornitore unico per le parti più costose, si sarebbe trattato di un elemento di innovazione interessante per il mondo della moto”. 

È vero che la MotoGP è sperimentazione, ma tu vedresti una Panigale ibrida in strada?
“Io credo sia veramente stupido buttare nei freni dissipativi una quantità di energia che potrebbe essere recuperata. Credo che tra 20 o 30 sarà impossibile che un veicolo possa avere dei freni tradizionali, perché l’efficienza deve essere la linea che ci guida nello sviluppo delle tecnologie”.

Sui freni però non è stata fatta alcuna modifica. Si potevano ad esempio abbandonare i freni in carbonio per dei carboceramici, che si potrebbero usare anche nella produzione di serie.
“Questa è una parte che potrebbe magari essere inserita successivamente. Che sia carboceramica o di carbonio, si tratta di una frenata tutto sommato tradizionale, quindi basta mettersi d’accordo”. 

Come hai detto, con la riduzione della cilindrata si riducono i cavalli, ma si riduce anche il carico complessivo della moto. Di conseguenza, si perde qualche chilometro per la potenza, ma se ne potrebbe guadagnare qualcuno perché si ha meno ala.
“Questo può essere vero, come può non esserlo. Una moto meno potente porta per forza di cose anche a una riduzione del carico aerodinamico, perché ne ha meno bisogno e perché diventa più importante anche l’aspetto velocistico. Quindi, le ali si sarebbero probabilmente ridotte in ogni caso. Secondo me ci sarà una riduzione significativa della velocità complessiva della moto, anche perché è vero che con le ali si ha una maggiore resistenza all'avanzamento, ma ti permettono anche di accelerare molto di più e di sfruttare meglio il motore. Prima dell’introduzione dell’aerodinamica, la fase dove il motore era importante per la prestazione della moto in qualche pista era quasi nulla. A Jerez, ad esempio, la potenza del motore non contava praticamente niente, mentre adesso conta qualcosa anche lì”. 

Diminuire la cilindrata di 150 cc e avere delle ali un po’ più piccole basterà veramente a ridurre le prestazioni, o entro cinque anni si tornerà ai livelli odierni?
“Secondo me arriveremo a delle prestazioni ragionevolmente simili a quelle attuali alla fine del 2032. Se non avessimo fatto questo cambiamento saremmo andati decisamente più forte”.

Con la cilindrata da 850 cc si guadagneranno anche giri. Si arriverà ai 20.000 della NR del 1979?
“La limitazione sui consumi è abbastanza importante e consumi e giri sono sono due cose che non si sposano proprio bene, per cui non sono convinto che ci sarà una spinta incredibile verso la ricerca dei giri più alti, proprio perché bisognerà calibrare il compromesso col finire le gare”.

Quanto ti mancheranno gli abbassatori?
“Può essere che attualmente abbiamo ancora un piccolo vantaggio in termini di abbassatori, perché siamo quelli che li hanno sviluppati per primi e forse padroneggiamo meglio questa tecnologia. Però credo che nel 2027 si sarà già arrivati a una standardizzazione sostanziale dei sistemi. È chiaro che bisognerà trovare qualche altra idea per andare più forte, per migliorare complessivamente il sistema e dare anche un po’ più di appeal alla MotoGP, che deve essere bella anche dal punto di vista tecnologico e deve avere tanti concetti interessanti, perché secondo me al pubblico piace parlare anche di cose diverse dal solo aspetto sportivo in pista. Avere una F1 povera, probabilmente, non interessa a nessuno”.

Dall’Igna: “Andrà rivisito il regolamento anche in SBK, per tenere distanti le due categorie”

C’è il rischio che con una SBK da 1000 cc, su certi circuiti, si possano fare gli stessi tempi?
“Con la Panigale V4 arriviamo a tre secondi da una MotoGP a conferma di quanto siano prestazionali e super veloci le nostre moto di serie. Ovviamente sarà necessario trovare un giusto riequilibrio del regolamento anche in Superbike. Pertanto, dopo aver definito quello della MotoGP, mi aspetto una rivisitazione anche di quello delle derivate, al fine di mantenere distante le due categorie. Secondo me serve quindi una riflessione approfondita su quella che sarà la Superbike del futuro. Questa cosa non c’è scritta da nessuna parte, ma me l’aspetto”.

Tra i temi del nuovo regolamento c’è poi il GPS. Cosa ne pensi?
“È come avere accesso a parte della telemetria, dato che la condivisione dei dati va a vantaggio di chi rincorre, anziché chi sta davanti. Anche sotto questo aspetto dobbiamo sopportare una penalizzazione. È un qualcosa che già si fa in F1 e penso sia ragionevole portarlo anche in MotoGP, dato che contribuirà ad avere equilibrio e fare spettacolo. Ad oggi abbiamo la videometria, ovvero un’analisi meno robusta, ma altrettanto costosa e ingombrante”. 

Gigi, quali sono i programmi di Ducati. Avete già iniziato a muovervi?
“Al momento è ancora in discussione il discorso legato al congelamento dei motori del 2026, un aspetto che noi come Ducati sponsorizziamo in maniera importante, perché sviluppare due progetti differenti comporta dei costi elevati, soprattutto per le Case europee che hanno meno risorse. Visto che tutti dicono che aerodinamica e abbassatori sono un costo, cosa che a mio avviso non è vera, spero che sul congelamento dei motori si riesca ad arrivare a una modalità che consenta di offrire un giusto compromesso”.

Hai detto che ti sarebbe piaciuta una MotoGP ibrida.
“Sì, anche in modo marginale ovviamente…  Penso a un qualcosa tipo KERS, in modo da avere un miglioramento delle prestazioni in rettilineo. Nei due tempi c’era stato un tentativo, ma si andò fuori dal regolamento”.

Cosa ti piace di più di questo regolamento?
“Direi la riduzione delle prestazioni complessive della moto, dato che il termine sicurezza viene spesso abusato, ma poi molti fanno la faccia di bronzo. Questo a mio avviso è un tema importante. La parte che mi ha lasciato più perplesso, invece, considerando che il nuovo regolamento sarà fino al 2032, è che mi aspettavo un passo più avanti per quanto riguarda l’innovazione rispetto a quanto si vede attualmente nelle moto. Il tutto nell’ottica di ricerca dell’efficienza”.

Newey ha annunciato l’addio a Red Bull. Si vocifera di un suo futuro in Ferrari e anche in MotoGP. Qual è il tuo pensiero a riguardo? Lui è uno che corre in auto, mentre noi non ti abbiamo mai visto guidare le tue moto. 
“Nel momento in cui mi ritirerò organizzerò una festa in circuito, mettendo a disposizione di tutti gli invitati le moto che ho per divertirci tutti assieme e salutare in allegria il mondo delle corse”. 

Tornando a parlare di MotoGP, la scelta del compagno di Bagnaia per il 2025 continua a tenere banco. 
“Al momento ci stiamo ancora riflettendo, perché è una scelta difficile e sappiamo che dovremo lasciare a casa qualche campione importante e ci dispiace. Ci prendiamo quindi il tempo, consentendo ai nostri piloti di esprimersi al meglio evitando di giocare sulla vita delle persone per arrivare a una scelta giusta”.

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