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Ducati Monster: le migliori (da acquistare) dal 1993 ad oggi

Per molti nel 2021 il Monster è morto: troppo diverso dal suo passato per essere degno di tale nome. Ecco le migliori da acquistare usate


In moltissimi l'hanno pensato, qualche collega lo ha anche scritto, e ora, anche noi porgiamo gli omaggi a un re caduto: il Monster è morto, viva il Monster!

In realtà il brand che dagli anni ‘90 accompagna la storia Ducati è più vivo che mai, visto che poche settimane fa la Casa di Borgo Panigale ha presentato l'ultima versione del mostro, ma proprio qui sta il problema: la capostipite delle naked è cambiata tanto, forse troppo per qualcuno, rispetto alla moto che Miguel Galluzzi disegno ormai quasi 29 anni fa.

Partiamo proprio da quello che è il Ducati Monster oggi secondo i suoi detrattori: una moto senza personalità, che ha abbandonato il suo tratto distintivo, il telaio a traliccio diventando così una copia di una qualsiasi naked giapponese. Una sentenza pesante, che però forse non tiene troppo conto delle origini del modello.

Genesi di un mito

Sì, perché il Monster è nato sotto il segno del risparmio, e soprattutto dal colpo di genio di Galluzzi, che nel 1991 era ostinato nel voler creare una naked, e per farlo prese la ciclistica della 851, telaio e sospensione posteriore, il bicilindrico da 904 cc della 900 SS, frugò nei rimasugli di magazzino fino a trovare un lotto di fari della Mike Hailwood 1000 e li riadattò, disegnando poi un codino dalle linee estremamente pulite e il serbatoio definito a schiena di bisonte. 

Nasce così uno dei successi più grandi del motociclismo moderno, che si porta dietro anche un paio di aneddoti simpatici: il primo è sempre di livello tecnico. Il gancio del serbatoio del primo Monster infatti è quello di uno scarpone da sci, portato in linea di produzione grazie alla fortunata coincidenza che uno dei fornitori di parti in plastica per Ducati collaborasse ai ganci di Nordica, un brand di attrezzattura sciistica.

L'altro invece riguarda il nome: leggenda narra che siano stati i dipendenti della fabbrica, una volta visto il prototipo, a definirlo un mostro, ma non è così. Diciamo che se Galluzzi nei primi anni '90 fosse stato uno scapolo d'oro forse non staremo parlando del Monster, perché il nome, come ha confessato il designer, si deve a una linea di giocattoli popolare in quegli anni, che i suoi figli gli chiedevano di acquistare ogni volta che usciva di casa.

Usato è meglio!

Finito il ripassone però torniamo a noi. Ammesso che il Monster, per come lo abbiamo conosciuto finora, sia solo un ricordo, allora vediamo quali sono, in rigoroso ordine cronologico, i modelli che tutti i Monsteristi sarebbero orgogliosi di avere in garage, e soprattutto quanto costano oggi.

Per conoscerle però dovrete guardare l’ultima puntata delle nostre Dritte!

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