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Aprilia RS457: piccoli Biaggi crescono (ed ora dateci un 'Trofeo'!)

La Casa di Noale irrompe nel segmento delle sportive dedicate ai giovani con patente A2 alla sua maniera: ciclistica ed elettronica “da grandi” e bicilindrico inedito con l'obiettivo per fissare il nuovo riferimento della categoria

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Di Leslie Scazzola

Modena - Alcuni la chiamano 'generazione Aprilia', ed è semplicemente un modo per descrivere quegli appassionati che, come chi scrive, sono cresciuti appassionandosi al mondo delle moto, emozionandosi con le vittorie mondiali di Alex Gramigni e Max Biaggi in sella alle loro GP prodotte a Noale.  A metà degli anni '90 abbiamo conosciuto una Aprilia inarrestabile in pista quanto vincente sul mercato, con una pletora di modelli 50 e 125 cc dedicati ai giovanissimi. Se negli anni a seguire la Casa si è evoluta andando alla conquista dei segmenti di mercato più “adulti”, oggi assieme alle maxi moto Aprilia torna a puntare anche sui giovani piloti, dando nuova linfa alla fortunata strategia intrapresa gli anni scorsi anni con la piattaforma 660 cc.

La nuova RS457 ha le carte in regola per ritagliarsi un ruolo da protagonista in questa categoria, anche perché debutta mettendo mano all'artiglieria pesante, sotto forma di contenuti tecnici di pregio e “numeri” sulla carta da riferimento.

Ma ci arriviamo tra un momento. Prima di tutto, quali sono le concorrenti della nuova RS457? La nuova Aprilia si troverà a sfidare la Honda CBR500, la Kawasaki Ninja 500, la Yamaha R3, la KTM RC390 e la CFMOTO 450SR. Pur non essendo una sportiva carenata anche la Triumph Speed 400 potrebbe essere una antagonista. E quindi, cosa porta di nuovo questa RS457?

 Buon sangue non mente

Fin dal primo esame estetico è chiaro che i tecnici di Noale abbiano puntato molto sul family feeling delle altre sportive della gamma, e come le sorelle la piccola RS vanta la doppia carena anteriore e il silenziatore sotto pancia con scarico 2 in 1. Ma non è solo l’estetica a rendere speciale questa moto: la RS457 monta un bicilindrico in linea DOHC frontemarcia raffreddato a liquido, quattro valvole per cilindro e fasatura a 270°, come va di moda adesso per dare maggiore carattere ai medi regimi. È un motore completamente nuovo, e che immaginiamo possa dare vita ad altri modelli, come una Tuono o una Tuareg con la stessa piattaforma. Per ora però è solo una ipotesi.

Il telaio in alluminio è unico nel segmento, visto che solitamente si opta per soluzioni in acciaio, e come la RS 660 sfrutta il basamento del motore come elemento portante e non solo stressato: ad esso è infatti infulcrato il forcellone ma sono anche collegati direttamente altri elementi, come ad esempio i supporti pedane del pilota. Il tutto è pensato per contenere il peso e il dimensionamento, ottenendo la moto più snella possibile nella zona di intersezione con le gambe.

159 Kg di peso a secco (quindi circa 170 in ordine di marcia) e 47,6 cavalli di potenza a 9.500 giri sono i dati dichiarati, ovvero il valore minimo per rispettare il rapporto peso/potenza imposto dai regolamenti per la patente A2. In questo senso, per rispettare tale parametro il forcellone è realizzato in acciaio ad alta resistenza piuttosto che in lega leggera come il telaio, e questo proprio in funzione dei parametri imposti dalla normativa, a testimonianza del certosino lavoro di definizione del progetto.

In tema si sospensioni la RS457 monta una forcella a steli rovesciati di 41 mm di diametro regolabile nel precarico. Il monoammortizzatore, anch’esso regolabile nel solo precarico è collegato direttamente al forcellone, senza leveraggi progressivi. Il disco anteriore è da 320 mm con pinza a 4 pistoncini mentre quello posteriore da 220 mm. L’impianto è ByBre, brand di proprietà Brembo. Il tutto è accompagnato da un ABS a due canali con doppia mappa di utilizzo: è infatti possibile scegliere se attivarlo su entrambe le ruote per l'impiego quotidiano o solo davanti per l'utilizzo più sportivo.

Il Ride by Wire e il traction control regolabile su 3 posizioni e le 3 mappe motore selezionabili (Rain, Eco e Sport ) sono gli elementi elettronici che costituiscono un pacchetto di eccellenza per la categoria, mentre il Quickshifter (up & down) è disponibile come optional inserito in un ampio catalogo accessori in fase di definizione. Completano il quadro la strumentazione con display TFT a colori da 5” e i blocchetti del manubrio retroilluminati.

Ci piace l’adozione della leva freno regolabile, così da accontentare piloti di tutte le taglie, ma avremmo preferito la medesima possibilità per le leve a pedale.

La guida: maneggevolezza estrema

La filosofia della RS457 è la medesima della sorella 660: manubri leggermente rialzati e pedane non troppo vincolanti, assieme ad una ampia possibilità di movimento in sella, definiscono una posizione di guida tutt'altro che scomoda, soprattutto in relazione all'estrazione sportiva della moto. Una volta in movimento, la bicilindrica Aprilia è quanto di meglio un pilota poco esperto possa aspettarsi: estremamente agile e dinamica, convince per il feeling immediato che trasmette, restituendo una percezione di sicurezza quasi palpabile. Reattiva ma mai brusca, la RS457 volteggia tra le curve del circuito di Modena con una disinvoltura imbarazzante, invitando il pilota a divertirsi col gas per spremere a fondo il suo potenziale. In tema di ciclistica, le sospensioni risultano molto morbide di idraulica, con importanti trasferimenti di carico in frenata che invitano ad adottare una guida più rotonda e scorrevole possibile piuttosto che aggredire le curve con i freni “in mano”. Due giri di precarica per mono e forcella hanno mitigato l'effetto, ma se da un lato questo assetto può certamente venire incontro alle esigenze di un neofita non v'è dubbio che un pilota esperto debba necessariamente intervenire sulle sospensioni magari andando a pescare nel catalogo accessori.

Peccato per la luce a terra limitata dalle pedane

La RS457Q è precisa e capace di far divertire, e per questo è un peccato che la luce a terra limitata offerta dalle pedane poggiapiedi vincoli le potenzialità di inclinazione impedendo di sfruttare davvero a fondo le doti della ciclistica. Ottima la scelta delle misure pneumatici, ovvero 110/70 anteriore e 150/60 posteriore, che costituisce un perfetto equilibrio tra maneggevolezza  e impronta a terra. La moto ci è stata affidata gommata Pirelli Supercorsa SP, stradali superperformanti e praticamente instancabili considerata anche la cavalleria limitata in gioco, mentre di serie arriverà nelle concessionarie con pneumatici prodotti dal brand asiatico TVS appositamente per questo modello.

 Il motore non strabilia per la potenza ma conquista per la grande regolarità di erogazione: con il contributo di un sistema ride by wire impeccabile per risposta e precisione, il bicilindrico riprende con elasticità e buona verve anche dai bassi giri evidenziando una spinta vigorosa già a 5.000 rpm. L'allungo prosegue fino al regime di potenza massima pari a 9.400 giri, e seppure sia consentito spingersi un po' oltre risulta più conveniente cambiare rapporto poco prima dei 10.000 giri per sfruttare al meglio le doti del motore Aprilia. Inoltre, il cambio funziona in modo impeccabile, e con l'ausilio del quickshift con cui ci è stata consegnata la moto ci si dimentica realmente di usare la frizione.

Quello che non ci ha convinto totalmente è l'impianto frenante, soprattutto il monodisco anteriore da 320 mm di diametro. La scelta del monodisco va nella direzione di contenere al massimo l’effetto giroscopico della ruota anteriore ed esaltare l’agilità e la velocità negli ingressi in curva, che infatti rappresentano la qualità migliore della “piccola” Aprilia. Tuttavia, nonostante la pinza a quattro pistoncini di tipo radiale, per ottenere frenate vigorose da sfruttare in pista il comando al manubrio deve essere strizzato energicamente, e la prima fase di decelerazione (quella di “attacco”) non convince per prontezza. Anche in questo caso, però, bisogna calcolare la divergenza di esigenze tra un guidatore esperto e uno alle prime armi, tanto che la limitata aggressività del freno anteriore potrebbe risultare nel secondo caso un vantaggio in termini di sensibilità di guida. Inoltre, anche dopo una giornata di uso molto intenso l'impianto non ha accusato alcun segnale di cedimento, e questo ci lascia supporre che già solo con delle pastiglie più performanti la situazione possa essere sistemata.

I giovani sono accontentati, anche in pista

Con la nuova RS 457, l’abbia detto in apertura, Aprilia torna a far sognare i giovanissimi piloti. Il prezzo è fissato in 7.199 euro, perfettamente in linea con la concorrenza. Oltre ad un lungo catalogo di accessori dedicati, per chi sogna la pista Aprilia Racing sta sviluppando un kit dedicato capace di far diventare la RS457 una perfetta compagna di divertimento. Non vi basta? Allora sappiate che si “vocifera” dell’arrivo di un trofeo monomarca dedicato, un bel Aprilia Challenge come ai vecchi tempi. La storia si ripete?

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