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SBK, Bassani, la Kawasaki e il salto da Ducati: a che punto è l’apprendistato?

Parla il capotecnico Duinker: “La Kawasaki è una moto completamente opposta alla Ducati, bisogna essere duri e aggressivi. Axel è un guerriero e ha la mentalità che serve, consapevoli che se non sarà per quest’anno sarà il prossimo”

SBK: Bassani, la Kawasaki e il salto da Ducati: a che punto è l’apprendistato?

È una nuova avventura dove c’è tutto da scoprire e di conseguenza serve tempo per imparare e conoscere. Axel Bassani vuole però cucirsi su misura la Kawasaki ereditata da Rea e in questa nuova sfida lo sta aiutando Marcel Duinker. Dopo l’ultima esperienza condivisa al fianco di Lowes, il capotecnico è ripartito dal pilota veneto, reduce dall’impegno con la Ducati di Motocorsa.

In questi mesi la coppia si è conosciuta, dando vita a un nuovo rapporto di lavoro e tracciando una strada da seguire. In occasione del weekend di Barcellona abbiamo quindi intercettato Duinker scambiando qualche battuta in merito al percorso che sta affrontando Axel.   

“Fin da subito ho capito che Axel ha un carattere da vincente – ha esordito il capotecnico – un passo alla volta abbiamo costruito un ottimo rapporto, utilizzando parole semplici e cercando di tracciare una strada da seguire. Avevo alcune indicazioni su di lui riguardanti la padronanza della lingua inglese, ma alla fine in questi anni ho lavorato con diversi piloti e la relazione devo dire che è ottimale. Axel è un pilota che sa farsi ben capire”.

Marcel, quanto è difficile questo salto dalla Ducati?
“Ovviamente la Kawasaki è completamente diversa rispetto alla Panigale. A parte il passaggio dal motore a V al quattro in linea, la moto ha un carattere unico e serve esperienza. L’abbiamo visto in passato anche con gli altri piloti”.

Cosa serve per imparare?
“Bisogna essere aggressivi e duri con in sella alla Kawasaki. La cosa bella però è che in alcune occasioni ho visto Axel estrarre il massimo potenziale dalla moto e penso che non sia per niente facile. Lui però ha un grande talento e sono convinto che un passo alla volta riuscirà a incastrare  tutti i tasselli”.

Lui in Ducati disponeva di molti dati mentre in Kawasaki ha solo Lowes con cui interfacciarsi.
“È vero, però abbiamo molti dati del passato sui cui lavorare, mi riferisco ovviamente a quella di un campione come Rea, che in ogni momento possono tornare utili. Per quanto visto in questi mesi, Axel è molto consistente e professionale. Sulla moto è un guerriero penso abbia tutti gli ingredienti per essere veloce. Sono pochi anni che corre in Superbike ma dimostra di avere l’esperienza di chi è qua da molto tempo.”

Tra l’altro c’è anche Melandri al suo fianco.
“Melandri è un pilota che si focalizza molto sui dettagli e penso che in passato l’abbia dimostrato vincendo e conquistando risultati di spessore in questo paddock. Lui ci sta aiutando sul fronte elettronica e non solo, mettendo a nostra disposizione tutta l’esperienza maturata da lui sul campo. Nelle ultime stagioni stiamo vedendo sempre più persone al fianco dei piloti, come ad esempio il coach,  e Marco ci sta dando una mano”.

In molti, Axel per primo, sperano di vedere Bassani competitivo sulla moto.   
“Certo e posso ben capirlo. Non ci siamo però prefissati una deadline entro la quale dover arrivare al risultato perché non avrebbe senso. Quello con Axel è un percorso nuovo, iniziato da poco. Da parte di Kawasaki c’è infatti un programma a lungo termine con l’obiettivo innanzitutto di confermare i progressi senza avere pressioni. Axel è un guerriero e ha la mentalità che serve per una sfida del genere, consapevoli che se non sarà per quest’anno sarà il prossimo. Io però sono convinto che passo dopo passo arriveremo”.  

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