Tu sei qui

Valentino Rossi: il Re Mida della MotoGP che non hai mai fatto un “giro gratis”

AMARCORD Esattamente come Re Mida, però, anche Valentino Rossi ha dovuto fare i conti con qualche delusione. E, ancora una volta, ci si può ricollegare al mito classico per creare un ardito parallelismo

MotoGP: Valentino Rossi: il Re Mida della MotoGP che non hai mai fatto un “giro gratis”

Figlio di Gordio e di Cibele, re della Frigia, Mida è uno dei personaggi classici più noti nel mondo occidentale, tanto da aver ispirato racconti, leggende, giochi come Remida slot e paragoni più o meno arditi con i personaggi contemporanei.

Il motivo – non è una sorpresa – è legato alla principale caratteristica che veniva attribuita a Re Mida, un proverbiale tocco d’oro che permetteva al sovrano di trasformare in metallo prezioso qualsiasi cosa toccasse.

Il tocco straordinario di Mida, donatogli da Dioniso, dio del vino e dell’estasi della mitologia classica, è tutt’oggi una delle narrazioni più celebri. Ma da dove ha origine? E perché, in fondo, possiamo definire il nostro Valentino Rossi come il Re Mida delle due ruote?

Valentino Rossi, un novello Mida che trasforma tutto ciò che tocca


Prima, un po' di storia. Stando alla narrazione più conosciuta, quella di Publio Ovidio Nasone nelle Le Metamorfosi, il dono di Mida fu un gesto di ringraziamento del dio Dioniso, che un giorno perse di vista il suo maestro, Sileno.

Sileno, perso tra i boschi in condizioni non proprio sobrie, fu ritrovato da un paio di contadini che lo portarono al loro re, Mida, il quale riconobbe subito Sileno sfamandolo e ospitandolo nella sua reggia. Mida portò poi l’anziano Sileno da Dioniso che, felice di aver ritrovato il suo tutore, offrì al re qualsiasi dono desiderasse. La scelta ricadde sul potere di trasformare in oro tutto ciò che toccava.

Ebbene, lo stesso potere sembra, per certi versi, appartenere a Valentino Rossi, tra i più vincenti motociclisti della storia. I numeri, d’altronde, non lasciano grandi spazi a dubbi: il pilota tricolore ha all’attivo 9 mondiali vinti, 115 gare vinte sulle 432 gare disputate, 235 podi, 65 pole position, 95 giri veloci e un invidiabile record di 6.357 punti ottenuti in carriera. Per intenderci, Rossi è anche l’unico motociclista ad aver vinto il titolo in quattro classi differenti: 125, 250, 500 e Moto GP.

Ma andiamo con ordine. L’esordio di Rossi in 125 è del 1996, quando approda al motomondiale con un’Aprilia RS 125 R del team AGV. Già il 4 agosto riesce a ottenere il primo podio, chiudendo al terzo posto in Austria, sul’A1 Ring. Il 18 dello stesso mese ottiene invece la prima vittoria a Brno, in Repubblica Ceca, dimostrando che – in fondo – chi parlava di predestinato non si sbagliava. Alla fine della stagione sarà nono.

Il successo al mondiale è però rinviato di poco. Nel 1997 ottiene infatti il titolo mondiale con 321 punti al termine di una stagione dominata, con 11 vittorie su 15 prove, un secondo posto e un terzo posto.

Con un biglietto da visita così appetibile nella classe minore, non stupisce che l’anno dopo sia quello dell’approdo in 250, sempre con Aprilia. L’inizio di stagione sarà difficile, segnato da due cadute nelle prime due gare, ma nel corso dell’anno otterrà 5 vittorie, 3 secondi posti e un terzo posto. Il campionato è chiuso a 201 punti, a soli 23 punti di distanza dal pilota che vinse quell’anno, uno non certo di passaggio: Loris Capirossi.

Così come la vittoria al mondiale 125 fece la sua comparsa al secondo anno, così avviene in 250: nel 1999 Rossi si laurea campione del mondo con 309 punti e una competizione praticamente dominata.

Ecco dunque che nel 2000 si verifica il tanto vociferato passaggio in 500, che coincide con il cambio marca: Rossi abbandona Aprilia per Honda, ma il tema di fondo non cambia. Il pilota si dimostra subito competitivo e chiuderà al secondo posto dietro Kenny Roberts. Anche in questo caso, la vittoria è rinviata di pochi mesi: nel 2001 Rossi si laurea iridato per la terza volta in carriera.

Il 2002 sarà invece il primo anno ad adottare i regolamenti della neonata classe MotoGP, in cui Rossi non si fa trovare impreparato. Il pilota italiano vincerà il motomondiale 2002 e farà il bis nel 2003. L’anno successivo, dopo alcuni dissidi con la Honda, Rossi passerà alla rivale Yamaha, dimostrandosi vincente, nonostante le aspettative: Yamaha era infatti in piena crisi tecnica e non vinceva un titolo dal 1992 nella classe regina. Con Yamaha, Rossi vincerà ben 4 mondiali: 2004, 2005, 2008 e 2009.

Troppe aspettative non sempre vengono ripagate

Esattamente come Re Mida, però, anche Valentino Rossi ha dovuto fare i conti con qualche delusione. E, ancora una volta, ci si può ricollegare al mito classico per creare un ardito parallelismo.

Una volta ottenuto il dono di trasformare in oro tutto ciò che toccava, Mida si rese subito conto che quel regalo era, in realtà, una maledizione. Si accorse infatti ben presto che così facendo non poteva nemmeno sfamarsi, perché tutti i cibi che toccava si trasformavano, appunto, in metallo prezioso.

Resosi conto che la sua straordinaria capacità lo avrebbe portato ben presto alla sventura, domandò a Dioniso di cancellare tale potere. Il Dio, impietosi dal pentimento del re, esaudì la richiesta.

In fin dei conti, un po' di Mida c’è in Valentino Rossi anche in questo passaggio della narrazione mitologia.

Le aspettative rinnovate anno dopo anno da Valentino Rossi lo hanno infatti “condannato” – il virgolettato è d’obbligo – a una parte finale di carriera in cui da più parti si auspicava di celebrare ancora nuove vittorie, esprimendo superficiali insoddisfazioni per risultati mai più giunti in termini da guinness dei primati, invece che godersi il mito italiano sulle due ruote.

Peraltro, un segnale di come la gloria passata per certe persone non fosse sufficiente per garantirsi delle serene stagioni lo si era capito anche nel 2006 e nel 2007, quando le vittorie stentavano ad arrivare. Rossi seppe all’epoca smentire con la doppietta in MotoGP del 2008 e del 2009.

Dal 2010 inizia, però, una strada discendente, per quanto costellata di classe (in abbondanza) e podi (sempre meno). L’infortunio prima e l’abbandono di Yamaha per passare in Ducati, fanno da antipasto al ritorno in Yamaha, dove Rossi si giocherà il discusso mondiale 2015 fino all’ultimo GP. Seguiranno gli ultimi lampi del Re Mida italiano, indiscutibile talento delle due ruote, e l’ennesimo motomondiale (2021) chiuso al diciottesimo posto in quello che verrà ricordato come un lungo addio allo sportivo.

 

Articoli che potrebbero interessarti