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MotoGP, Bradl: “La partenza di Marc Marquez non ha cambiato il lavoro in Honda”

“L’azienda è troppo grande per concentrarsi su una persona sola. Anch'io sono solo un piccolo componente del sistema: do le mie impressioni, ma è compito degli ingeneri apportare le modifiche. Marini? Sta già facendo un buon lavoro”

MotoGP: Bradl: “La partenza di Marc Marquez non ha cambiato il lavoro in Honda”

La nuova livrea adottata dalla RC213V per il 2024 non è che uno dei segni più evidenti della trasformazione attuata dalla Honda, per risollevare le sue sorti in MotoGP. Chiamata a ripartire dopo la separazione da Marc Marquez, la Casa giapponese si presenterà al via di questa nuova stagione con una nuova moto, nuovi colori e una line-up parzialmente rinnovata, grazie gli innesti di Luca Marini e Johann Zarco.

Dalla sua parte avrà però anche la certezza rappresentata dal collaudatore Stefan Bradl, il pilota che conosce più di tutti la RC213V ricoprendo il ruolo di tester HRC dal 2018. Alla vigilia dei test in Qatar è stato proprio il 34enne a fare il punto della situazione in Casa Honda in un intervista concessa a Speedweek, nella quale ha spiegato come sta lavorando il costruttore giapponese e quale impatto ha avuto la separazione dall’otto volte iridato.

“Fondamentalmente, la sua partenza non cambia il modo in cui lavoriamo in Honda. L’azienda è troppo grande per concentrarsi su una persona sola. Anche il dialogo con Mir e Marini sta procedendo bene e molti dei nostri punti di vista coincidono” ha ammesso Stefan, ormai investito dei galloni di pilota più esperto sulla Honda: È vero, tuttavia la MotoGP è cambiata così tanto a causa di tutte le soluzioni tecniche che il pilota non può più fare una grande differenza. Anch’io sono solo un piccolo componente del sistema Honda MotoGP. Do le mie impressioni e le mie sensazioni in sella, ma apportare le modifiche è compito degli ingegneri. Anche Marc in Honda ha capito che non è compito del pilota chiedere un forcellone più morbido o più flessibilità qua e meno là”.

Parlando più nello specifico dell’adattamento di Marini, il Campione del Mondo 2011 della Moto2 ha spiegato ciò che dovrà fare il marchigiano per inserirsi al meglio nella famiglia Honda: “Deve familiarizzare con il modo di lavorare dei giapponesi e capire come vengono svolte le attività in questa grande azienda. Serviranno un dialogo costruttivo e pazienza. Non si può trasformare la Honda in pochi mesi, perché ci sono tanti processi a lungo termine che si svolgono in background. Luca sa di cosa si tratta. Sta già facendo un buon lavoro e il suo contributo, così come quello di Zarco, con i loro trascorsi in Ducati, è positivo e importante per la Honda”.

Grazie all’esperienza accumulata correndo per la Casa di Borgo Panigale, Luca e Johann potrebbero infatti dare una spinta in più al colosso nipponico, che negli ultimi anni ha faticato a restare al passo con le innovazioni portate dai costruttori europei. La mentalità giapponese è un po' più conservatrice di quella europea. Non si mettono in testa di spingersi fino ai limiti dei regolamenti, ma lasciano un piccolo margine di sicurezza. Questo al giorno d’oggi significa mezzo secondo al giro, ma non bisogna mettere in dubbio il fatto che la Honda sia in grado di affrontare gli sport motoristici ai massimi livelli. Lo si vede anche in Formula 1”, ha osservato Bradl. 

Anche il nuovo sistema delle concessioni potrà certamente essere un aiuto per velocizzare il lavoro della Honda, anche se ad oggi non ha ancora avuto un particolare impatto sul programma di wild card di Stefan:Al momento abbiamo previsto delle wild card a Jerez, Barcellona e al Sachsenring prima della pausa estiva. Dopo di che, le concessioni verranno rivalutate e vedremo quanto ancora potrò correre. Magari vinciamo e le perdiamo: si può sognare!”.

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