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La parola d’ordine è riscatto, perché un peggiore inizio di stagione non se lo sarebbero immaginato in casa Kawasaki. Rea e KRT arrivano infatti ad Assen costretti a rincorrere e la situazione non è certamente semplice.
A fare il punto della situazione è Guim Roda, che traccia un’analisi di quanto accaduto e delle aspettative future.
“I risultati di questo inizio di stagione non corrispondono a quelle che sono le nostre aspettative e penso sia evidente – ha esordito – avevamo infatti altre ambizioni, invece siamo costretti a dover colmare quasi 70 punti da Bautista. Visto il livello attuale della Ducati e di Alvaro sarà molto dura riuscire a recuperare lo svantaggio”.
Cosa ti aspetti da Assen?
“Sono convinto che saremo molto più competitivi e potremo puntare a lottare per la vittoria. Siamo però consapevoli dei nostri punti deboli e il regolamento non aiuta. Alla fine questa è la SBK e non la MotoGP, dove c’è un ampio margine di intervento. Dobbiamo quindi fare i conti con un regolamento particolarmente stringente”.
Guim, dal punto di vista regolamentare cosa pensi si debba fare?
“Al momento non siamo nella posizione di poter dare a Rea tutto ciò che gli serve per essere forte. Dobbiamo quindi trovare insieme agli altri Costruttori la possibilità di avere un regolamento che bilanci il Campionato a livello di prestazioni per quanto riguarda elettronica, talaio e potenza del motore. In questo momento la differenza tra Bautista e gli altri piloti, in certe gare, è evidente”.
Hai citato Bautista.
“La superiorità della Ducati è pura matematica: Alvaro pesa 20 kg in meno, stressa meno le gomme e la moto ha un altissimo potenziale”.
Spesso si parla di giri motore
“Non credo che a questa Kawasaki servano giri motore. O meglio, qualora dovesse darceli ben venga. Il fatto è che avere più giri motore non significa avere più potenza, che sarebbe ciò che ci serve. Io penso che per livellare le prestazioni basterebbero alcuni aggiornamenti di motore, che però al momento non sono permessi”.
In questi ultimi anni abbiamo visto Ducati, Honda e BMW portare in pista nuove moto. Da questa Kawasaki cosa si può tirare fuori d’altro?
“Per realizzare una nuova moto bisogna capire se ne vale la pena o meno. Io sono dell’idea che apportando alcune modifiche a livello di regolamento, la nostra Kawasaki potrebbe essere competitiva e colmare in parte il gap che lo separa dalla Ducati. Con Dorna e FIM stiamo continuamente parlando di come bilanciare le prestazioni. Abbiamo messo sul tavolo alcune proposte, ma di più non posso dire”.
Convincere i giapponesi a costruire una moto nuova non c’è modo?
“Bisogna innanzitutto tenere conto di due cose: il budget e il mercato. Siamo in un momento di grande evoluzione, dove l’elettrico sta prendendo sempre più piede e questa nuova tecnologia incide non poco sugli investimenti. Con questo non voglio dire che Kawasaki non ha più intenzione di investire nella SBK, anzi. Kawasaki continuerà in SBK il proprio impegno, ma prima di realizzare una nuova moto serve fare un ragionamento sul fatto se convenga o meno”.
Qualcuno sostiene che il motore V4 abbia sorpassato quello in linea. Condividi?
“Io sono dell’idea che per Kawasaki non abbia senso passare a un quattro cilindri a V. Le prestazioni del nostro motore sono infatti particolarmente apprezzate, soprattutto sul mercato, di conseguenza non credo che sia ciò di cui abbiamo bisogno”.
Guim: come mai Kawasaki non ha la stessa cooperazione che c’è tra i team satellite Ducati e quelli Yamaha?
“Ducati ha un proprio reparto corse che sostiene tutti gli indipendenti. Kawasaki porta invece avanti il proprio sforzo dal Giappone a sostegno di KRT. È una politica adottata dai giapponesi, diversa da quella di Ducati e Yamaha”.
