Test Jerez: il Bello, il Brutto e il Cattivo

L'inverno si chiude con due nomi 'nuovi' davanti a tutti. E non è l'unica sorpresa


A meno di un aperitivo di apocalisse, in Qatar non dovrebbe piovere e andando via dalla Spagna non è notizia da poco. A Jerez nelle poche ore di sole, tutti i piloti si sono scatenati e a guardare i distacchi finali, forse lo spettacolo ritornerà in MotoGP. Per scaramanzia meglio fare finta di niente, e gustarsi il primato di Cal, povero ma veloce, il secondo tempo del Dottore, che ha dimostrato di preferire l’1 al 46 quando si parla di classifica, e anche il podio di Bradl, della cui esistenza dopo l’arrivo di Marquez tutti si erano dimenticati. Intanto la Ducati continua a lavorare nell’ombra con qualche sorriso in più e Lorenzo prepara la prima gara con maniacale precisione. Per una volta la pioggia non ha rovinato tutto, anche se Bridgestone aveva dato una mano per riuscire nell’impresa.

IL BELLO – Gli occhi di Valentino Rossi domenica sera. Per un cannibale, rimanere a digiuno per più di due anni è un supplizio di rara crudeltà. Dopo avere riassaporato il gusto del primo posto, il Dottore non vuole più farne a meno. Vederlo davanti è una buona notizia per tutto il motomondiale, perché è l’unico pilota che può inserirsi fra gli spagnoli e perché il pesarese è ancora l’unico personaggio capace di attirare le attenzioni su uno sport che rischia di chiudersi in una nicchia da cui è difficile uscire. Nel paddock di Jerez, dopo l’addio del numero 46, davanti ai box Ducati c’era il deserto, mentre quelli Yamaha erano ben presidiati dai tifosi. Vale ha appena detto che potrebbe continuare per altri sei anni, se nel frattempo si facesse avanti un erede, sarebbe il benvenuto.

IL BRUTTO – Piove a Jerez e i piloti contano le gomme ai box. In tre giorni hanno 24 ore a disposizione per girare, ma la Bridgestone porta appena quattro treni di gomme a ciascuno. Massimo si arriva a cinque, se proprio il maltempo si accanisce. Qualcuno ascolta un po’ di musica, altri giocano col cellulare, in un’atmosfera da gita scolastica. La MotoGP sarebbe la massima espressione del motociclismo e qualche gomma in più renderebbe tutto più credibile.

Cal CrutchlowIL CATTIVO – Sono anni che ci ripetono che la regola è quella di ridurre i costi. Quindi dalla Malesia le moto vengono spedite a Jerez e poi in Qatar. Tutto logico? Non proprio. Certi trasferimenti hanno il loro prezzo ed è difficile giustificarli con i 30 euro di biglietto chiesti ai tifosi in Spagna per accomodarsi in tribuna. Poi c’è sempre qualcuno meno povero degli altri e che non rinuncia a una puntatina anche in Texas. Nessuno si illude che il campionato si vinca solo con le buone intenzioni, ma un po’ di coerenza non guasterebbe.

DELUSIONE – Qualcuno dovrebbe avvertire Ben Spies che durante i test si va in moto e che, anche senza punti in palio, finire in mezzo alle CRT non può essere considerato un buon risultato. Il texano ha una spalla dolorante, ma è comunque difficile giustificare il suo inverno. Forse è andato semplicemente in letargo e si sveglierà in Qatar. Per ora, rimangono pochi giri e pure fatti male.

LA SORPRESA – Andrea Dovizioso ancora non ci crede. Dopo tutto quello che gli avevano detto sulla Ducati, aveva passato le ferie a prepararsi le migliori dichiarazioni per giustificare almeno due secondi di svantaggio. Ha dovuto buttare nell’immondizia tutti i compiti fatti a casa. La Desmosedici non è pronta per il podio, ma il lavoro sta ripagando tecnici e piloti. Pure Iannone, a due decimi da Marquez, guarda la classifica come un regalo inaspettato. E’ solo l’inizio e senza la nuova moto non si potrà andare molto più avanti, ma ad immaginarsi un inverno così dopo Valencia si rischiava l’internamento.

IL SORPASSO – Il diavolo della Tasmania va in moto e ha il passaporto di Sua Maestà. Cal Crutchlow, su una vecchia Yamaha ‘of course’, questa volta ha fatto il colpaccio e ai danni di un altro regnante. Il sorpasso è virtuale, ma alla fine quello che conta è che tutti siano dietro. L’inglese è il jolly del campionato, il pilota che non sai mai cosa ti riserverà, una biglia impazzita che si nutre a banane e benzina. Un bel personaggio, con la sola colpa, forse, di essere nato con vent’anni di ritardo.

L’ERRORE – L’abbiamo fatto un po’ tutti. A volte era facile dimenticarsene, ma Marc Marquez è un esordiente e come tale deve essere considerato. E’ velocissimo e ha tenuto testa ai mostri sacri, ma guidare una MotoGP non è comunque uno scherzo. Per fortuna lui lo sa bene e questa volta a impressionare è stata la sua crescita durante i tre giorni. E’ una campione e non ha paura di essere anche umile, un’altra qualità da aggiungere alla lista.

Jorge LorenzoCONFERMA – Mentre gli altri piloti confondevano l’ultima ora di test con le prime qualifiche della stagione, Jorge Lorenzo faceva tranquillo (si fa per dire...) una simulazione di gara. Il campione del mondo di tempi ad effetto non sapeva che farsene, a maggior ragione con Pedrosa già a casa. Il maiorchino non è pilota da acuti, ma mette in campo una concretezza che spaventa. Nell’inverno è quello che si è più nascosto, senza prendersi rischi, pensando già al campionato. Il numero 1 non è lì per caso.

LA CURIOSITA’ – Vuole la tradizione che i tedeschi siano molto precisi e Stefan Bradl non fa eccezione. A Jerez sono stati consegnati i pass per la nuova stagione e al pilota LCR non è sfuggito un errore madornale: la “s” del suo nome era stata scritta con il carattere minuscolo. Con teutonica pazienza l’ha fatto notare a chi di dovere e se l’è fatto ristampare. Poi ha segnato anche il terzo tempo nei test, ma questo è solo un dettaglio.

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