Test a Jerez: chi sale e chi scende

Stoner campione d'inverno, Lorenzo arrembante, Ducati rimandata, le CRT fanno discutere


Test invernali finiti, i meccanici hanno impacchettato le moto che adesso sono in viaggio in direzione Doha, dove fra poco più di una settimana scenderanno in pista per la prima gara del 2012. Stoner ha fatto suo il campionato di inverno e i suoi avversari li ha visti solo in fotografia. Lorenzo però è in splendida forma e Pedrosa progetta il colpaccio. Continuano gli alti e bassi in casa Ducati mentre le CRT fanno discutere, in pista come nelle riunioni tra Dorna e MSMA.

Casey Stoner – Per l’australiano i test sono un’inutile perdita di tempo, “la giornata migliore è stata sabato, quando è piovuto e non ho girato” ha scherzato. Non per questo ha rinunciato a piazzare la zampata vincente e nei 9 giorni di test invernali è stato primo 6 volte, solo perché le rimanenti 3 non è sceso in pista. Il metodo di lavoro è sempre lo stesso, pochi giri e tempi bassissimi. Il chattering c’è e non c’è, ma non sembra essere un problema per la prima gara.

Jorge Lorenzo – Tutto il contrario di Stoner, il maiorchino punta sul passo e non guarda troppo al tempo. Fa una simulazione di gara nell’ultimo giorno che lascia senza fiato e la sera ammette candidamente: “questa è la miglior moto che abbia mai guidato e questi sono stati i miei migliori test”. Non se la prende per la prima posizione soffiatagli in zona Cesarini da Casey, a Jerez non c’erano punti in palio per il campionato.

Dani Pedrosa – Non si fa troppo notare ma è sempre lì, attaccato alla coppia di testa. Mentre gli occhi sono puntati su Stoner e Lorenzo, lui fa il suo sporco lavoro, e lo fa maledettamente bene. Sul passo è vicinissimo allo spagnolo e sul giro secco all’australiano, per una volta non deve fare i conti con guai fisici e questa potrebbe essere la stagione buona per il fantino della Honda.

Cal Crutchlow – Lo scorso anno l’inglese aveva fatto pochino, portando a casa solo 13 punti alla fine del campionato. Sembrava l’ennesimo transfugo della Superbike destinato a ritornato nelle derivate di serie al più presto, invece con le mille ha cambiato decisamente passo. Finisce attaccato a Spies e davanti al ben più esperto Dovizioso, il ruolo di outsider non glielo leva nessuno.

Randy De Puniet – 1”821 da Stoner su una pista a dir poco castrante per le mille non sono bruscolini, ma il transalpino è al livello delle peggiori MotoGP e decisamente il migliore tra le CRT. Non ha perso il vizio di assaggiare l’asfalto, e di fornire moto allo sfasciacarrozze, ma ce la mette tutta e non sfigura. Però non tutte le piste sono dei kartodromi anabolizzanti come Jerez.

Danilo Petrucci – Debutto assoluto per il ternano: nel motomondiale, in MotoGP, con le gomme Bridgestone, con i freni in carbonio, su una moto all’esordio. Il campione italiano Superstock non si fa prendere dall’emozione e – nonostante qualche rottura di troppo e un motore poco più che di serie – è il terzo delle CRT. Veloce e con la testa giusta, De Puniet è lontano, ma un “più” di incoraggiamento se lo è meritato.

Ducati e Valentino Rossi – Perché il sesto posto a quasi un secondo da Stoner non può soddisfare nessuno, perché non si può ricadere negli errori dello scorso anno pensando di risolvere tutti i problemi con un colpo di bacchetta magica, perché sentire dire venerdì che i problemi sono sempre gli stessi dopo avere cambiato tutto, butta nello sconforto generale. Però ai box stanno lavorando senza sosta e il Dottore non si è risparmiato, chiudendo 90 giri nella solo giornata di domenica. La GP12 è appena nata, bisogna farla crescere bene.

Andrea Dovizioso – Ha tutte le attenuanti dalla sua parte, mal di stomaco e nuova moto comprese, ma dopo quanto aveva fatto vedere in Malesia ci si aspettava di più. Il Dovi è fra i piloti più intelligenti, non ha voluto rischiare né accelerare i tempi inutilmente, continuando passo dopo passo il suo apprendistato. Le potenzialità ci sono, basta esprimerle.

Colin Edwards – L’accoppiata Suter-Texas sulla carta sembrava la più competitiva, invece Colin non è riuscito a mettersi dietro neanche il debuttante Petrucci. La CRT con più sviluppo alle spalle sembra non reggere il passo delle Art e anche la FTR di Pirro, alla prima uscita, gli è dietro solo per una manciata di decimi. Difficile fare peggio di così.

Dorna – L’organizzatore del motomondiale e le Case si sono incontrati e come al solito non è stato deciso niente. Ma le proposte che sono trapelate, dall’abolizione della seconda moto, al limite di due moto ufficiali, fino alla riduzione dei meccanici, sembrano arrivare da una serata di avanspettacolo. Normale quando c’è una trattativa che si punti più in alto – o in basso – per ottenere quello che si vuole, ma cerchiamo di non scadere nel ridicolo, il motomondiale merita di meglio.

Articoli che potrebbero interessarti