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MotoGP, Stoner: "Dobbiamo fermarci, l'elettronica toglie poesia al motoclislismo"

VIDEO - “I piloti non possono mostrare tutto il potenziale che hanno, gli ingegneri stanno diventando degli eroi. Basterebbe aggiungere due ruote per avere davanti una Formula 1 e non una MotoGP”

MotoGP, Stoner: "Dobbiamo fermarci, l'elettronica toglie poesia al motoclislismo"

Casey Stoner è presente ad EICMA da ospite di Nolan, che proprio nel corso della fiera ha mostrato per la prima volta il nuovo X-804 RS, l'ultima incarnazione del modello sportivo top di gamma. Tra il mitico campione australiano e Nolan il legame è sempre stato fortissimo, perché fu proprio l'azienda italiana la prima a credere nel talento di Casey decidendo di appoggiare la sua carriera quando da signor nessuno sbarcò in Europa con la propria famiglia al seguito. 

Abbiamo avuto l'opportunità di intervistare Stoner che è stato disponibile e pronto ad affrontare tanti argomenti. Come sempre, Casey ha offerto un punto di vista tagliente riguardo l'attuale MotoGP e ci ha anche raccontato alcuni retroscena del suo legame con Nolan e della sua volontà di restare coinvolto nel mondo del motociclismo in qualche modo che forse ancora non ha identificato. 

Nolan è un marchio importante per te e per la tua carriera. Oggi siamo davanti al nuovo X-804 RS, quanto è diverso rispetto al primo casco di Nolan che hai provato?
"Il livello di sviluppo di Nolan è stato incredibile attraverso gli anni. Quando ho firmato il mio primo contratto con loro, per me fu come un dono perché non avevo alcuno sponsor, quindi loro mi hanno supportato per primi quando non lo faceva nessuno. Per questo gli sarò sempre grato, ma ad essere onesti all’inizio la qualità non era il massimo".

Spiegati meglio!
"Non era molto comodo come casco, avevamo diversi problemi con l’areazione, ma parlo davvero di tanto tempo fa. Ogni anno in cui ho lavorato con Nolan, i miglioramenti che c’erano erano incredibili. Mentre tutti gli altri caschi sembravano restare sempre gli stessi, noi abbiamo lavorato duro, ci siamo avvicinati, abbiamo raggiunto gli altri e secondo me li abbiamo anche superati. Tanti problemi che avevano gli altri costruttori di caschi, li abbiamo sistemati e siamo alla fine arrivati ad un casco migliore. Per me vedere Nolan crescere come brand con me, così velocemente, è stato incredibile. Ed oggi siamo davanti ad un modello nuovo che per me è su un livello ancora diverso, onestamente non sapevo cosa aspettarmi, ma questo casco ha superato di parecchio qualsiasi cosa avessi immaginato".

Come stai oggi, come vanno i tuoi problemi di salute?
"Negli ultimi 5 anni non sono stato in grado di fare praticamente nulla. Per via dei miei problemi, in certe giornate non riuscivo neanche ad alzarmi dal divano ed ho passato dei momenti davvero difficilissimi. Cinque anni che sono stati una grande sfida".

Stoner: "Sento di poter dare ancora qualcosa a questo sport"

Vuoi ancora avere a che fare con il motociclismo, oppure per te rappresenta il passato?
"Ancora oggi ho tanta passione, ma vorrei essere coinvolto nel Motorsport in altri modi. Mi piacerebbe aiutare qualche giovane pilota perché secondo me ho ancora tante informazioni importanti da condividere. Ma al contempo, non mi piace impegnarmi in qualcosa se non posso farlo al massimo delle mie capacità. Con la mia condizione oggi, non sarei in grado di farlo al meglio. Devo stare attento riguardo le decisioni che prendo e l’impegno che decido di metterci. Nell’ultimo anno e mezzo sono migliorato, ma onestamente non sono ancora neanche vicino al 100%. Devo davvero stare attento, di certo non spingo me stesso troppo oltre, proprio per non tornare a quando stavo davvero male. Ma penso di avere ancora qualcosa da dare in questo sport e nella vita".

Ti abbiamo visto a Goodwood ed è stato romantico. 
"Tornare a Goodwood è stato bellissimo, si tratta di un evento fantastico. Mi sono davvero emozionato moltissimo pensando di risalire su quella Ducati. Non era esattamente la mia moto del 2007, perché la moto che c’era a Goodwood per me era stata portata da un collezionista. Non me l’aveva portata la Ducati ed abbiamo anche avuto qualche piccolo problema tecnico. Ma il collezionista era così appassionato da portare la moto direttamente da casa sua e senza nessun supporto. E’ stato bellissimo tornare in sella ad una delle mie vecchie moto".

Una moto di altri tempi, una vera bestia. 
"L’ho sentita ruvida, ci ho visto più bellezza rispetto alle moto attuali. Tutti spesso dicono che erano meglio i bei giorni del passato, ma per me anche gli anni prima che corressi io erano fantastici. Quindi per me vedere la bellezza di tutte quelle moto e tutte assieme a Goodwood è stato qualcosa di speciale".

Secondo te le MotoGP di oggi sono ancora in grado di esaltare il talento dei piloti?
"Io non metterei mai in dubbio il talento dei piloti, ma piuttosto mi domando su quanto questi piloti possano davvero dimostrare il proprio talento. Adesso tutto il potere è in mano agli ingegneri e non vorrei vedere questo. Vorrei vedere i piloti costretti a lavorare tantissimo con la moto, a temere la moto, a pensare a come risolvere i problemi, le impennate, le derapate. Loro adesso invece non sono in grado di fare niente, hanno solo dei pulsanti da schiacciare ed un freno da tirare. Ed in questo modo loro non possono mostrare il loro potenziale".

Non è una MotoGP che ti piace insomma. 
"Io penso che non siamo più al cospetto di una moto quando guardo la MotoGP. Anche quando correvo io alla fine avevamo troppa elettronica. E’ una cosa che toglie tanta bellezza, tanta poesia del motociclismo al pilota. Adesso stiamo rendendo campioni gli ingegneri, li stiamo rendendo eroi. Basterebbe mettere due ruote in più su quelle moto per avere davanti una Formula 1. E’ troppo per me, e penso che dobbiamo fermarci con questo che alcuni chiamano progresso, ma che io non chiamo così. Mi sembra che stiamo portando questo sport indietro e non avanti. Penso che tutto questo debba essere fermato".

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