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ll Master of Hospitality, la sfida organizzata da GPOne e dal consorzio Prosecco DOC (e arricchita quest’anno dalla presenza di Sky) che mette a confronto i migliori chef del paddock della MotoGP, è arrivata alla sua serata finale. In occasione del Gran Premio di San Marino a Misano, Phillip Morris ha aperto le porte della sua hospitality per le premiazione della 2ª edizione della competizione.
A lottare per la vittoria c’erano i migliori ‘ristoranti viaggianti’ del paddock: quelli di Gresini Racing, Repsol Honda, Alpinestars, Aprilia, KTM e RNF Cryptodata. Ognuno di loro, nel corso dei precedenti GP, ha ospitato una giuria formata da giornalisti e addetti ai lavori del motomondiale che si sono espressi prendendo in considerazioni diversi aspetti della serata: la location, l’impiattamento, l’abbinamento con il Prossecco DOC, il servizio, il gusto e - novità di questa edizione - l’abilità dei piloti ai fornelli.
A decretare il vincitore e a presentare la serata sono stati Paolo Scalera, direttore e fondatore di GPOne, e Massimo Vergini, CFO di Leopard, team che aveva vinto la prima edizione di Master of Hospitality.
Per la vittoria c’è stato un testa a testa da cui ne è uscito vittorioso il team Aprilia che ha vinto al photofinish su Alpinestars. Lo staff capitanato da Enrico Allegri ha fatto incetta di premi: risultando il migliore anche per impiattamento e l’abbinamento con il Prosecco DOC.
Non ha avuto però vita facile, perché Alpinestars si è aggiudicata i premi per il gusto e l’abilità dei piloti ai fornelli, mentre KTM si è imposta nelle categorie riservate alle migliori location e servizio.
Tutto le hospitality si sono distinte per professionalità e simpatia e la giuria ha voluto anche dare dei premi speciali: quello per la migliore presentazione è andato a RNF, quello per la migliore ospitalità a Gresini Racing e quello per la migliore atmosfera a Repsol Honda.
L’appuntamento è al prossimo anno per una nuova edizione di Master of Hospitality: Aprilia dovrà difendere il titolo e i rivali stanno già affilando… i coltelli (da chef, naturalmente).
