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Sul Passo Gavia con la Yamaha MT-09 Tracer

Abbiamo portato la crossover di Iwata in un giro di quasi 500 km fra i passi più belli delle Alpi Retiche

Moto - News: Sul Passo Gavia con la Yamaha MT-09 Tracer

La Yamaha Tracer ha indubbiamente movimentato il mercato motociclistico italiano del 2015, confermandosi stabilmente tra la seconda e la terza posizione assoluta nelle vendite. Successo dovuto anche al rapporto qualità-prezzo da primato, dove comunque la qualità ed i contenuti hanno un peso specifico fondamentale. Coniugando doti da stradista con prestazioni elevate e comportamento brillante, è risultata la candidata ideale per godersi una bellissima giornata di fine estate alla ricerca di tante curve, partendo da Milano e con rientro previsto in giornata, promettendo di garantire il divertimento di una naked sportiva potendo contare su una dose di comfort superiore. Da Milano infatti bisogna quasi sempre mettere in cantiere un chilometraggio piuttosto impegnativo, dovendo prevedere almeno un’oretta di trasferimento dal capoluogo lombardo, sia all’andata che al ritorno, per raggiungere le prime curve interessanti.


Obbiettivo: Passo Gavia


Abbiamo stabilito come obiettivo principale il Passo del Gavia, limitando il più possibile i trasferimenti autostradali e condendo il percorso di andata e ritorno con tante altre belle curve e paesaggi interessanti. Il viaggio inizia alle 8.30 del mattino, percorrendo l’autostrada A4 in direzione Venezia ed uscendo al casello di Dalmine. Da qui si imbocca la SS470 della val Brembana verso Zogno. Prima di raggiungere la cittadina bergamasca, per i più golosi è consigliabile effettuare una ghiotta colazione allo storico Bar Pasticceria Bonati nella località Paladina, che da oltre 60 anni offre prodotti di pasticceria di alto livello ed un fornitissimo Bar. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito.
Superato Zogno, dopo 3 km si svolta a destra imboccando la strada provinciale SP27 in direzione di Oltre il Colle. Qui inizia un percorso piacevole, con tante curve da affrontare tuttavia a velocità non troppo disinvolta, a causa delle condizioni del manto stradale non ottimali. L’altitudine inizia a salire e si alternano tratti in mezzo ai boschi, con tratti più aperti che permettono la vista sul panorama offerto dalle vallate circostanti. Superate le piacevoli località di Serina e di Oltre il Colle, piuttosto animate nel mese di agosto, attraverso la SP46 si raggiunge il culmine del Passo Zambla, dove ci siamo fermati alcuni minuti per scattare delle fotografie. Scolliniamo, la provinciale si fa più aperta e scorrevole ed in pochi minuti raggiungiamo Clusone e proseguiamo in direzione del Passo della Presolana, attraversando la località di Castione della Presolana.


Inziamo a divertirci fra le curve


Questo tratto ci permette di mettere un po’ più alla prova le doti ciclistiche della Yamaha, che risulta agile e stabile allo stesso tempo, consentendo un ritmo piuttosto sostenuto senza affaticare il pilota. Ad aiutare ci pensano anche le doti di coppia e potenza del motore a tre cilindri, davvero esuberante.
Superato il passo della Presolana, è possibile proseguire in direzione Edolo affrontando il Passo del Vivione. Si tratta tuttavia di un percorso molto stretto, con le auto che provenendo dai due sensi spesso bloccano il passaggio. Avendo di fronte ancora tanti km e tante ore di guida, decidiamo di saltarlo e di provare un’alternativa, che alla fine a nostro avviso è risultata essere in effetti ancora più piacevole. Decidiamo in pratica di raggiungere la veloce SS42, tagliando in direzione Breno attraverso la Sp5.
Da qui imbocchiamo la strada statale e la percorriamo per circa 40 km in direzione di Edolo. Non essendo una giornata trafficata, il percorso risulta scorrevole e veloce, permettendo anche di riposarsi dopo le strade tortuose affrontate in precedenza ed in previsione di quelle che percorreremo più tardi.
Da Edolo, mantenendosi sulla SS42, mancano 19 km a Ponte di Legno, dove abbiamo previsto di fermarci per pranzare e riposarci. E’ un tratto ricco di curve misto – veloci, ideali per verificare la stabilità della Tracer, che rimane imperturbabile anche con il kit di borse laterali montato.
Ci sentiamo di consigliare una sosta per pranzo presso l’Albergo Ristorante Al Maniero. Il recente cambio di gestione ha dato una rinfrescata alla struttura, ma frequentandolo da oltre 25 anni, possiamo confermare che lo chef è rimasto sempre lo stesso e permette di gustare primi, secondi e dolci di ottimo livello, spesso preparati utilizzando prodotti locali, come i formaggi acquistati direttamente nelle malghe di zona. Potete visitare il loro sito


A pancia piena verso il Gavia


Dopo pranzo ci mettiamo finalmente in marcia verso il passo del Gavia, distante solo 20 km. Uscendo da Ponte di Legno si incontra il bivio tra la SS42 che continua verso il passo del Tonale, e la SP29 che imbocchiamo a sinistra e che punta dritto al Gavia. La strada presenta per alcuni chilometri iniziali delle curve a medio raggio, che permettono di piegare allegramente e di divertirsi, ma chiariamo subito che il Gavia non è il classico passo agognato dagli smanettoni più smaliziati. Infatti man mano che l’altitudine sale, il percorso si fa sempre più stretto e non presenta nessun tipo di parapetto sui burroni, inoltre si è costretti a fermarsi ogni volta che due auto in senso di marcia opposto si incontrano, affiancandosi a fatica.
Tuttavia lo scarso piacere di guida viene del tutto messo in secondo piano dai magnifici panorami che si affacciano sul lato sinistro, e che diventano via via sempre più tipicamente alpini, fino a raggiungere la vetta a 2.652 metri di altitudine, dove ci siamo fermati il tempo di fare qualche irrinunciabile fotografia.
Mantenendoci sulla SP29 per 25 km la discesa ci porta a Bormio, passando per Santa Caterina Valfurva. Il mitico passo dello Stelvio è a pochi chilometri, e ci piange il cuore doverci rinunciare ma i tanti chilometri che ci separano da casa ci obbligano a ripartire.
Prendiamo dunque la Strada del passo dello Stelvio SS38 in direzione Tirano, che superiamo per poi deviare poco dopo a sinistra sulla SS39 verso l’ultimo passo che abbiamo deciso di affrontare, quello dell’Aprica. Raggiungiamo la famosa località turistica percorrendo i 54 km che la distanziano da Bormio in circa 45 minuti. Il passo è piuttosto piacevole, con curve abbastanza aperte da raccordare una dopo l’altra. Quasi ci dispiace che sia così corto! Ad Aprica ci fermiamo a rifocillarci in uno dei tanti bar che si susseguono sulla provinciale che attraversa la cittadina, sono le 17.30 e ci prepariamo al rientro.
Da Aprica proseguiamo sulla SS39 arrivando ad Edolo dopo 15 km, da qui giriamo a destra ripercorrendo la SS42 già fatta in direzione opposta al mattino. I primi chilometri offrono qualche bel curvone da affrontare ad andatura piuttosto spedita, ma questo percorso piacevole si trasforma presto in un tratto di ampia provinciale dritta e abbastanza scorrevole (meno scorrevole per chi saliva in direzione opposta verso le località turistiche, era un venerdì sera di agosto!), che prevede anche lunghe e noiose gallerie da affrontare a velocità codice pena il rischio di incontrare severi autovelox, che in un totale di 96 km ci porta fino ad Orio al Serio dove imbocchiamo l’autostrada, sfiorando il lago d’Iseo e costeggiando l’incantevole lago di Endine. Da qui una cinquantina di chilometri di autostrada A4 ci riportano a Milano.


Conclusioni


Il percorso proposto ha una lunghezza indicativa di 500 km, variabili in funzione del punto di Milano da cui si parte. Ovviamente è possibile effettuarlo anche partendo da tante altre località della Lombardia, del Veneto o dell’Emilia. Così come sono diverse le varianti che avremmo potuto scegliere. Potendosi fermare almeno una notte, sicuramente non avremmo rinunciato allo Stelvio e probabilmente da Tirano avremmo fatto una deviazione in terra Svizzera, passando da Livigno, passo del Bernina, Saint Moritz e rientrando dal passo del Maloja.
Ad ogni modo il percorso effettuato, come narrato, permette di alternare paesaggi e tipologie di strade diverse, e di impegnare se stessi e la propria motocicletta affrontando tante curve attraverso quattro diversi passi di montagna.
La Yamaha Tracer si è confermata compagna ideale per questo genere di avventure, capace di divertire molto nella guida e di garantire un comfort più che sufficiente a ritornare a casa in buone condizioni dopo una giornata così bella ed impegnativa affrontata in sella.


Abbigliamento indossato:

Giacca Macna Chili
Jeans Motto Wear
Stivali Forma Horizon
Casco Shark Speed-R 2 Carbon

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