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BMW S1000 RR, una SBK per tutti

LA PROVA Potente, prepotente ma ben educata. La S1000 RR stupisce per la confidenza che offre

Moto - Test: BMW S1000 RR, una SBK per tutti

Il cielo non promette nulla di buono. Scorgendo le nuvole, Giove Pluvio sembra voglia abbattere la sua ira da un momento all’altro. Autodromo di Vallelunga, 29 Gennaio 2012, ore 10,00.

Il team BMW Motorrad Italia è pronto a scaricare le due BMW S1000 RR che Michel Fabrizio dovrà provare di lì a poco. Prove di setting ed elettronica, ma anche di valutazione del braccio appena operato.

Oltre ai due esemplari da Superbike, ecco in bella vista un modello di serie in versione 2012. E’ la BMW S1000 RR messa a disposizione per essere provata nel suo habitat naturale: tra i cordoli di un circuito.

Il tempo di attendere che la pista si asciughi un minimo e si gommi che ci apprestiamo a scendere in pista. Mentre i meccanici accendono e scaldano questa belva da 193 cavalli, Serafino Foti, Team Manager del team della casa dell’Elica, ci offre gli ultimi dettami: gomme con ancora la cera e mappatura su slick. Un velo di preoccupazione sorge spontaneo: la moto infatti ha quattro mappature – Rain, Road, Race e Slick – che variano in base al taglio della potenza che si vuole avere.

IMPOSTAZIONE RACING - Si sale in sella, e si percepisce immediatamente l’impostazione, decisamente caricata sull’anteriore. Questa è una moto che vive delle traiettorie, dei cordoli, della pista. Peccato solo per le pedane leggermente avanzate e basse. La strumentazione è chiara e leggibile, e questo aiuta non poco durante le fasi di guida. Il contagiri analogico è ben visibile, così come il contachilometri. Non è una chimera riuscire a scorgere la velocità anche in momenti concitati.

La strumentazione della S1000 RR è ora ben leggibileSi parte, e subito ci si rende conto del gas a corsa rapida. Nemmeno il tempo di aprire la manopola che la S1000 RR ruggisce e vuole scaricare a terra la potenza – fin troppo - perentoriamente. L’dea che balza subito alla testa è quella di una moto che alla prima curva vorrebbe scaraventarti in aria. Primi giri per scaldare le gomme, prendere confidenza con il mezzo, cominciare a progredire gradualmente e si intuisce che quella sensazione è solo un vago ricordo.

CAVALLI EDUCATI - La moto è potente, punto. Non esistono altri aggettivi che possano sintetizzare meglio la supersportiva dell’Elica. Con la mappatura Slick, scarica a terra tutta la cavalleria. Ciò che sorprende però è che tale potenza venga erogata, prepotentemente, ma non in modo sconvolgente. Tanta cavalleria scaricata con linearità. Il merito è elettronico ed ha un nome: Dynamic Traction Control DTC. In termini di sensazioni, ci si sente sempre più a casa, giro dopo giro. Se da un lato la moto tira come un cavallo imbizzarrito, dall’altra si percepisce la “volontà di non tradire mai” il proprio cavaliere. Si è quindi spinti a dare sempre di più.

L’asfalto freddo non aiuta il nostro test, ma la confidenza aumenta costantemente. Cominciamo ad affinare staccata, percorrenza, apertura e la S1000RR mostra le sue peculiarità. L’anteriore è preciso e sicuro, ma soprattutto comunicativo: anche negli inserimenti più decisi, riesce a riferire perfettamente quanto sta accadendo.

Capitolo freni: il doppio disco anteriore flottante da 320mm e la pinza Brembo a 4 pistoncini mordono in maniera soddisfacente. Fin troppo verrebbe da dire, per quanta potenza viene data dall’impianto. Bastano due dita e la moto frena decisa. Unico appunto sui tubi-freno in gomma che, dopo 4 Run, cominciavano a dare qualche piccolo segno di stanchezza, e quindi un maggior gioco della leva del freno.

AGILE (QUASI) COME UNA 600cc - Una volta impostata la piega, la S1000RR mostra la sua grande stabilità. La moto tiene la traiettoria in maniera chiara, senza indugi, sia che si tratti di un tornantino che di un curvone in appoggio. Ulteriore nota positiva è data dall’agilità: nonostante i 204 kg di peso, ci si sente quasi in sella ad una 600cc piuttosto che su una moto da un litro.

Leggermente più morbido l'assetto al posteriore posteriore che tende in apertura a schiacciarsi, scaricando maggiormente sulla gomma da 190. Proprio in uscita di curva si scatenano le emozioni più vibranti: la S1000 RR ti proietta in uscita di curva come un proiettile, con l’anteriore che non ne vuole sapere di rimanere ancorato per terra e tende sempre a galleggiare. Niente di eccessivo ma nei cambi di direzione veloci come, ad esempio, all’uscita della curva Cimini, con una semi-curva a destra, o all’uscita della curva Roma che immette sul traguardo, bisogna lavorare in maniera decisa con il corpo; anche perché, di chiudere il gas non se ne sente ne la necessità, ne tantomeno la voglia. In aggiunta, una grande mano la offre il cambio elettronico. Potersi permettere di uscire da una curva, accelerare e cambiare senza nemmeno chiudere il gas offre un grande vantaggio a livello prestazionale.

A conti fatti, stiamo parlando di una moto potente, relativamente facile, equilibrata e dannatamente divertente. Il maggior pregio della S1000 RR è proprio la confidenza che offre giro dopo giro. Una moto che, per un amatore che vuole correre in un circuito, rappresenta un punto di riferimento. Il problema non è tanto il limite della moto, quanto del pilota, tanto è avanzata questa supersportiva. E’ per questo motivo che non ci siamo voluti limitare al nostro test, ma abbiamo fatto mettere alla frusta il modello di serie dal pilota ufficiale BMW Motorrad Italia Michel Fabrizio. Per sapere cosa ci ha riferito, non resta che attendere la video-prova di GPOne.

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