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Moto2, Giorgio Barbier: "Pirelli non corre con gomme prototipo, non lo ha mai fatto"

"Per Moto e Moto2 possiamo fornire gomme di alta qualità. Abbiamo 20 anni di esperienza in SBK. Quando fai le gomme in modo industriale come noi non hai problemi. Se li avessimo sarebbe un problema per migliaia di gomme, non per una"

Moto2: Giorgio Barbier:

La filosofia Pirelli è quella di sempre: vendiamo ciò con cui gareggiamo, gareggiamo con ciò che vendiamo. Una regola a cui la casa di pneumatici si è attenuta anche per questa seconda giornata di test Moto3 e Moto2 a Valencia, dopo esser diventati fornitore unico delle categorie, successivamente all’esordio di Barcellona, tanto da far dire a Matteo Giusti, Direttore della Comunicazione di Pirelli “queste gomme i team potrebbero averle prese da qualsiasi dei nostri rivenditori locali”.

Non è una frase ad effetto, è la verità provata da 20 anni di collaborazione con il mondiale Superbike che quest’anno celebra il ventennale con un rinnovo sino al 2026.

“Siamo soddisfatti delle prove di oggi - ha spiegato poi Giorgio Barbier, Direttore del Racing Pirelli moto, presente ai test - perché questo secondo appuntamento è la evidenza di ciò che abbiamo già visto nella prima presa di contatto a Barcellona. Scegliemmo Il circuito di Montemelo, in confronto a quelli di Misano e Silverstone, sapendo che era una pista difficile per il grip e per il disegno e volevano avere un feedback dai team. Questo perché fra due settimane dovremmo spedire già le gomme in Qatar per il primo Gran Premio del 2024. Un rischio? Sappiamo prenderci queste responsabilità: fa parte del gioco. In Qatar solitamente l’asfalto ha poco grip il venerdì e genera un grande consumo, ma poi la situazione migliora man mano che si gomma e si pulisce. Piuttosto la maggiore differenza la fa la stagione. Marzo è molto diverso da novembre per quanto riguarda temperature ed umidità, così come in Australia per la Superbike il clima o molto diverso da ottobre, quando ci arriva la MotoGP”.

La Moto2 in appena due test è scesa sotto il giro più veloce realizzato durante il GP di Valencia, ed anche la Moto3 è andata bene. Un ottimo risultato, confortato anche dai commenti dei team. Ma perché Pirelli ha deciso di entrare anche in questi campionati?

“L’approccio per noi è stato chiaro fin dall’inizio - prosegue Barbier - Pirelli non ha mai prodotto gomme prototipali. La Moto3 è completamente nuova per noi. Diversi anni fa avevamo già pensato alla categoria e studiato le dimensioni degli pneumatici per entrare ma la reazione del mercato non era stata eccezionale. Abbiamo vinto il campionato britannico e siamo arrivati secondi in quello giapponese per un problema tecnico alla moto, ma tenevamo alla categoria perché qui c’è il mercato. Esistono diversi campionati per i giovani, che sono poi la conseguenza della MiniGP e delle varie Talent Cup. Si inizia con i giovanissimi, ed è interessante per i mercato in Asia e America. Al contrario la Moto2 corre solo nel mondiale ed in Spagna, per cui è fuori discussioni fare gomme speciali”.

Questo è stato il motivo per cui avete scelto di utilizzare le medesime coperture utilizzate nel mondiale Superbike, le cosiddette ‘gommone’?

“Esattamente, ormai in SBK corriamo solo con quelle. Parliamo delle 125/70 R17 anteriori e le 200/65 R17 posteriori. L’unico dubbio che avevamo era relativo alla larghezza del cerchio anteriore delle Moto2, che è un 3.75, che è un nonsenso, mentre noi in SBK utilizziamo il 3.5. Ma abbiamo visto che non è un problema. Nel futuro non ci sono dubbi che torneremo al 3.50, perché queste moto per potenza e peso, non hanno bisogno di grandi gomme”.

A Valencia non sono stati sollevati problemi di sorta, magari Barbier se ne aspettava qualcuno.

“In realtà queste moto non si muovono molto, non so se è perché i precedenti competitor non davano troppe possibilità di assetti, ma ora le gomme permettono di più…a Barcellona le squadre non avevano molto tempo perché dopo avevano la gara a Misano, ma ora che il tempo c’è mi aspetto qualche cambiamento, anche perché abbiamo iniziato a vedere migliorare i tempi giro dopo giro. Certo, dovremo collaborare con tutti i nostri partner, Kalex, Boscoscuro, Ohlins, White Power, per creare il giusto set up per moto e gomme, grip ce n’è”.

Quale è la vostra filosofia in Moto3 e Moto2, abbiamo visto che non avete portato l’intera gamma di mescole che avete a disposizione.

“Vero, dobbiamo vedere cosa accadrà - riprende Barbier che aggiunge - i nostri competitori usavano gomme abbastanza dure, e noi per il momento non vogliamo rischiare. Poi ci sono i nuovi circuiti, Argentina, Nord America, Qatar: non ne sappiamo ancora abbastanza per portare gomme più morbide. Con le medie/dure possiamo competere. La durata è molto interessante per noi, peso e potenza non sono il solo problema: queste moto hanno una grande velocità di percorrenza. E poi oggi abbiamo iniziato con 5 gradi e finito con 20, ma con vento freddo. Non era una giornata ottimale. I prossimi test, a Portimao e Jerez a febbraio, li faremo su circuiti che conosciamo bene. Se le soluzioni non funzioneranno ne porteremo una terza, magari per la seconda parte della stagione”.

Nel passato, ma anche recentemente, c’è chi si è lamentato della costanza di rendimento fra uno pneumatico e l’altro.

“Parliamo di controllo della qualità? Abbiamo 20 anni di esperienza in SBK, ma quando fai le gomme in modo industriale come noi non hai problemi. Se li avessimo sarebbe un problema per migliaia di gomme, non per una. Possiamo fornire gomme di alta qualità. Le nostre gomme molto vicine alle stradali e questo è il motivo per cui controlliamo così bene la qualità”.

Quale è l’obiettivo di Pirelli a breve e medio termine?

“Utilizzare la mescola più morbida possibile che duri sino alla fine della gara”.

State per caso pensando ad entrare anche in MotoGP quando scadrà l’accordo fra Dorna e Michelin alla fine del 2026? Casualmente ci sembra che sia la data nella quale scadrà anche il vostro impegno in F1.

“Non abbiamo mai pensato che un campionato può sostituire un altro. Il top è la F1, ma al secondo c’è la MotoGP, ma sono due situazioni diverse che vanno ad incidere su mercati diversi”.

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